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VENEZIA - Sedie e tavolini che occupano il maxi-pontile di Ca' da Mosto, l'hotel di lusso aperto l'anno scorso sulla volta del Canal Grande, hanno ottenuto il definitivo via libera del Tar del Veneto. I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso presentato dalla Noah, la società che ha realizzato l'albergo "Venice Venice", contro i provvedimenti di Comune e Soprintendenza che, nel maggio scorso, avevano contestato l'uso a plateatico di quell'ampio pontile, a suo tempo autorizzato per i lavori del cantiere. Interpretazione in contraddizione, secondo il Tribunale amministrativo regionale, con la concessione che fu rilasciata alla Noah dallo stesso Comune nel 2021 per l'utilizzo del sottoportico pubblico del palazzo (oggi trasformato in ristorante, con annesso plateatico esterno). Una mappa in allegato, infatti - osservano i giudici - comprendeva, oltre a sottoportico, anche la corte d'accesso e il "sedime" dell'antico pontile, all'epoca non ancora ricostruito. La sentenza è stata depositata in questi giorni e mette fine - salvo ricorsi al Consiglio di Stato - ad un disputa che si trascinava ormai da oltre un anno. In tutti questi mesi il plateatico, gettonatissimo, ha sempre funzionato, grazie a un paio di sospensive già concesse dal Tar. Ma l'attesa era per la sentenza di merito che avrebbe potuto ribaltare quegli atti, dando ragione a Comune e Soprintendenza. Non è andata così. Ora resta in piedi solo un'inchiesta penale, nata da una serie di esposti, che si concentrerebbe però più sull'autorizzazione atipica del plateatico. Si vedrà...
DA VENDITA A CONCESSIONE
Certo quei tavolini spuntati dal nulla, su un pontile che appariva nuovo, a memoria di veneziani, avevano da subito fatto molto chiacchierare.
IL VIA LIBERA NELL'ALLEGATO
É in quest'atto che c'è il passaggio che autorizza il concessionario all'utilizzo esclusivo, a fini commerciali, del sottoportico, «così come rappresentato nell'elaborato grafico allegato A». Cioè nella mappa che comprende corte e pontile. Un anno dopo la terrazza sul Canal Grande è pronta per essere usata e la società chiede di ampliarla per realizzare una rampa di accesso, ma la Soprintendenza si oppone e contesta, a quel punto, anche l'uso a plateatico del pontile, vietato sul Canal Grande «a salvaguardia della fruibilità pubblica delle facciate dei palazzi che compongono le quinte urbane delle vie d'acqua e a tutela dei manufatti architettonici» scrive, citando un parere quadro del 2012. Ma per i giudici amministrativi quel che vale ora è la concessione e il suo allegato. Il plateatico può restare dov'è.
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Il Gazzettino