Fiamme dal motore del bus: paura sul Put, mezzo evacuato

TREVISO - Prima le scintille lungo il Put. E poi tre fiammate improvvise uscite dal vano motore dell’autobus non appena imboccato viale Cesare Battisti. «Scendete...

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TREVISO - Prima le scintille lungo il Put. E poi tre fiammate improvvise uscite dal vano motore dell’autobus non appena imboccato viale Cesare Battisti. «Scendete subito tutti», ha urlato l’autista, quando si è reso conto di ciò che stava succedendo. È stata una giornalista del Gazzettino a lanciare l’allarme mentre percorreva il Put proprio dietro al mezzo di Mom, segnalando il pericolo al conducente sfanalando e suonando il clacson. Sono stati attimi di paura per i 15 passeggeri che ieri mattina, poco prima delle 9, si trovavano a bordo dell’autobus della linea 4 della Mom, che collega Carità, Treviso e Casier. Nel momento le lingue di fuoco hanno cominciato a levarsi dal motore, la collega, poi seguita da altri automobilisti, ha iniziato a dare colpi di abbaglianti e a suonare per attirare l’attenzione del conducente. L’autobus ha poi accostato alla prima fermata che si trova subito dopo porta Calvi, in viale Battisti la strada che porta in piazza Duomo. Qui l’autista è sceso.

L’EVACUAZIONE

«Ho visto le scintille e diverse fiammate dal vano motore - spiega la giornalista - ho cercato in tutti i modi di avvisare l’autista». Fermatosi in viale Battisti l’autosta ha sentito puzza di gasolio, ha visto il fumo salire dalla parte posteriore del mezzo e ha urlato a tutti di uscire. I passeggeri si sono riversati all’istante su marciapiede. Nessuno si è fatto del male. Nel frattempo il conducente di un altro bus giunto in viale Battisti è arrivato in soccorso del collega con un estintore. «Stava prendendo fuoco», ha detto l’autista del mezzo dal quale si era levato il fumo. Non è escluso che ci sia stato uno sversamento di gasolio. «Abbiamo preso paura e pensato subito al peggio – racconta una passeggera di 25 anni – stavo andando al mio primo giorno di lavoro. Quando l’autista ci ha urlato di scendere abbiamo capito».

 

 

LA PAURA

Il pensiero di molti è inevitabilmente corso agli incidenti che nelle ultime settimane hanno coinvolto diversi autobus, pur in modo diverso. «Se avesse preso fuoco tutto, cosa sarebbe successo? Potevamo anche morire?», ha chiesto ieri una 60enne visibilmente provata. Suggestioni legate al recente e doloroso ricordo della tragedia dell’autobus caduto dal cavalcavia a Mestre. «Per fortuna che un’automobilista si è accorta di quello che stava capitando ed è riuscita ad avvisare in tempo – è stato il sospiro di sollievo tirato infine dalla 60enne – altri, invece, hanno tirato dritto». Di seguito, alcuni dei passeggeri rimasti a terra sono saliti su un altro autobus della Mom. Ma c’è stato anche chi ha preferito proseguire a piedi per le vie della città. E chi ha dovuto strappare un passaggio per provare ad arrivare a destinazione in tempo. Di pari passo, il mezzo rimasto fermo a lato di viale Battisti è stato raggiunto dall’officina mobile della Mom. «C’è stato un guasto che ha provocato un ritardo – spiegano dalla società del trasporto pubblico locale – è uscito del fumo dalla parte posteriore del mezzo, l’incendio non si era ancora sviluppato». Per fortuna. Non è la prima volta che si verificano episodi simili. Giusto un anno fa un autobus della Mom, linea 11, tra Padernello, Paese e Treviso, aveva preso fuoco mentre stava percorrendo la strada Castellana, all’altezza dello svincolo della tangenziale. A bordo c’erano due passeggeri, fatti subito scendere. In questo caso il principio d’incendio, rimasto localizzato nella parte posteriore del mezzo, era stato spento dai vigili del fuoco di Treviso. Stando a quanto ricostruito, le fiamme erano partite sempre da uno sversamento di gasolio. Mentre il fatto più grave risale all’ottobre del 2018, quando un autobus a metano fuori servizio, senza passeggeri, andò completamente a fuoco sulla tangenziale di Treviso, poco prima dell’uscita verso l’aeroporto Canova.

 

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Il Gazzettino