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MESTRE - «Si viene per stare in compagnia, in leggerezza, per sentirsi più belle e sensuali. Sono donne vittime di violenza domestica, che hanno avuto malattie, tumori ma non solo. Alcune sono insicure, si separano, sentono l’età che avanza, ma c’è anche chi non ha avuto problemi e vuole solo divertirsi». Sono le “sue donne”, quelle che vanno a scuola di burlesque con “Crazy Cat”, nome d’arte di un’impiegata nella vita che per passione ha fondato il collettivo “Le Burlescose”. Anche attraverso questa forma di spettacolo, tra bustini, pizzi e merletti, si può iniziare un percorso per superare traumi fisici, piscologici, ed accettare il proprio corpo. «Una scuola di vita, dove ogni donna deve trovare la forza di reagire a un momento difficile - dice Crazy Cat - Io ho affrontato delle prove importanti nella vita, che ho trasformato in opportunità ed energia». Da giovane Crazy Cat ha avuto un tumore al fegato. «Mi ha lasciato tanta paura – racconta - e una grande cicatrice sulla pancia. Ma le cicatrici possono essere simboliche e le donne ne hanno tante: le offese, i timori sui cui si sentono vulnerabili, i limiti, i punti di debolezza che dobbiamo trasformare in forza». Lei lo ha fatto su di sé. «Ho dovuto fare pace con il mio corpo felicemente imperfetto – spiega - Ho imparato a fregarmene della cicatrice, a superarla. E ogni donna ha il suo difetto: ci confrontiamo con un’ideale femminile sempre più lontano da noi, ma il nostro corpo ha le sue unicità».
Quando è nato il burlesque?
Crazy Cat ha iniziato a studiare burlesque e si è accorta che le faceva bene.
Il corso a Mestre con Crazy Cat
Crazy Cat ha iniziato a praticare il burlesque con un corso. Ha avuto un figlio, ma ha continuato, scoprendo le potenzialità. «A un certo punto ho pensato che se questa forma d’arte ha fatto bene a me - rivela - può farlo anche alle altre donne. Ho creato il collettivo "Le burlescose", perché richiama le vite burrascose, quelle con tante sfortune che poi diventano cose belle. Le altre parole chiave sono condivisione e sorellanza». Crazy Cat è riuscita nel tempo a creare due gruppi di performer tra Mestre e Venezia, le partecipanti hanno dai 30 ai 65 anni. «Diventa una grande complicità al femminile - aggiunge - dove nessuna donna si sente più giudicata e viene accettata com'è. C'è chi ha il coraggio di andare sul palco e chi no, chi impara per sé e chi gioca con il marito. Ci incontriamo e ognuna mette a nudo se stessa, con i suoi limiti e paure». Il burlesque è anche tecnica: bisogna sapere indossare e sfilare i guanti, muovere il boa; si inventano le coreografie, si costruiscono costumi. «Mascherarsi è anche un modo per travestirsi - sostiene sempre Crazy Cat - Ci sono donne che di mattina facevano la chemioterapia e di sera venivano al corso, dicendo che si ricaricavano di energia positiva. Hanno trovato la consapevolezza di volere bene alle proprie ferite. Stare insieme fa la differenza». In occasione di "Marzo Donna", il cartellone delle iniziative per "Giornata Internazionale della donna" promosso dalla presidenza del Consiglio comunale, venerdì 22 marzo all’auditorium Sbrogiò di Favaro, andrà in scena la terza edizione dello spettacolo "Vite burlscose" by Crazy Cat, con una raccolta fondi a favore della Lilt Venezia.
Il Gazzettino