Negozi e bar in balia dei bulli: i locali chiudono il sabato

Il sindaco chiede al prefetto un tavolo sulla sicurezza pubblica

Foto di archivio: controlli in piazza Borsa per le baby gang
TREVISO - Chiuso per bulli. In centro a Treviso c’è chi ha già deciso di tenere le serrande abbassate il sabato pomeriggio e chi teme di doverlo fare se le...

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TREVISO - Chiuso per bulli. In centro a Treviso c’è chi ha già deciso di tenere le serrande abbassate il sabato pomeriggio e chi teme di doverlo fare se le cose non cambieranno. Il motivo? Le risse mordi e fuggi, le aggressioni e tutti gli episodi di violenza tra ragazzini che si consumano ogni fine settimana, soprattutto nel quadrante caldo compreso tra via Roma, via Fiumicelli, piazza Borsa e via Toniolo. «Sarebbe impossibile tenere aperto: siamo in balìa di gruppi di ragazzi maleducati, strafottenti e sbruffoni - sospira Alessandro Marcon, titolare del bar GingerAle di via Fiumicelli. Da oltre un anno il barista si è reso conto che il gioco non vale la candela, così alle 4 del pomeriggio chiude a chiave la porta e osserva sfiduciato le scene di ordinaria maleducazione. Quando la tensione sale e volano calci e pugni chiama le forze dell’ordine, ma ogni settimana il copione si ripete. «Quando eravamo aperti ci sono capitati una serie di episodi spiacevoli: clienti importunati dai bulli, tavoli rovesciati - racconta Marcon -. Da allora abbiamo detto basta. Dispiace constatare che sono soprattutto ragazzi italiani di seconda generazione. Con il loro atteggiamento intimoriscono le persone, le allontanano e questo avrà inevitabili ripercussioni per le attività del centro». Presidi fissi, pattuglie e videosorveglianza ci sono ma non bastano. «Servirebbe un’ordinanza per vietare il bivacco e l’aggregazione nelle vie più colpite. E il divieto di vendere alcolici al Pam: è un punto critico, lo sanno tutti». 


IL SUMMIT
Proprio ieri il sindaco Mario Conte ha convocato ieri il direttore del supermercato per chiarire la questione dei clienti costretti a pagare la spesa ai balordi. Il direttore ha riferito di un solo caso accertato, il cui autore - un ragazzo straniero - è già stato denunciato all’autorità giudiziaria. Intanto Conte chiede al prefetto di convocare un comitato di ordine e sicurezza pubblica per discutere il problema. In via Toniolo, laterale di piazza Borsa, si respira lo stesso clima di esasperazione mista a rabbia. 


IN BALIA DEI BULLI


«Il sabato pomeriggio sarebbe uno dei giorni in cui si lavora di più invece le famiglie fanno marcia indietro quando vedono i bulli - dice Giorgia Marcuzzo, titolare della pasticceria Dolce ritrovo -. La viviamo malissimo, sia per gli affari che per la paura che prima o poi possa succedere qualcosa di grave: ti sfidano, ti prendono in giro». Sabato pomeriggio un suo amico ha temuto di essere pestato dal branco. «Un ragazzo aveva rotto una bottiglia, il mio amico gli ha detto di raccogliere i cocci - racconta la negoziante -. Il bullo per tutta risposta gli si è avvicinato spalleggiato da un gruppo di amici, a cui ha detto: “Prendete il telefono che lo pestiamo”. Abbiamo chiamato la polizia locale e a quel punto la banda è scappata. Siamo stanchi, è inaccettabile». A giugno dell’anno scorso un ragazzetto si era appeso a mo’ di ginnasta a un tubo del gas della palazzina, rompendolo e causando un’ingente perdita di gas. Appartamenti, negozi e l’intera Camera di commercio erano stati evacuati. Tutto per una bravata. C’è chi ormai ci ha fatto il callo: Daniele Bressan titolare del negozio Buffetti parla di un degrado ormai all’ordine del giorno. D’altronde la scalinata che costeggia la fontana è da sempre un punto di ritrovo per teste calde e sbandati. «Sporcano, fanno danni, urinano sulla bocchetta di ventilazione. I loro bisogni finiscono nel magazzino e noi ci troviamo sempre a dover pulire». Le telecamere vengono prese a bastonate, così da non essere ripresi e i rimproveri sono boomerang: «Nonno, non rompere i c...». Nel negozio di strumenti “La Musicale” Adriano Pellizzari e il figlio Andrea sono preoccupati dalle baby gang: «E se ci spaccano le vetrine? Non si sa mai. Nel fine settimana, quando usciamo dal negozio, ci guardiamo le spalle». Chi entra invece nell’ufficio turistico di piazza Borsa viene accolto dalle gigantografie degli scorci più suggestivi di Treviso. Ma sulla gradinata, di sabato, le “cartoline” sono di tutt’altro tenore: sporcizia, bivacchi, ragazzini che schiamazzano, si spintonano fino a venire alle mani. «È un brutto biglietto da visita per la città - dice Alexandra, addetta al front office -. Molti turisti sono sorpresi e intimoriti». «Servono più controlli - taglia corto Roberto titolare del “G&B bar”di via Roma, che ogni sabato vede passare frotte di ragazzini -. Le risse si sono spostate in centro, qui la situazione è migliorata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino