PADOVA - Effettuava investimenti e gestiva risparmi senza avere uno straccio di abilitazione. Per la Procura non ci sono dubbi. Il 43enne sedicente broker Nicolò Svizzero,...
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Secondo l’accusa, il sedicente broker avrebbe spillato milioni di euro a clienti in tutto il mondo, tra New York, Londra, Dubai, Milano e Padova. Si stima che in dieci anni di attività non autorizzata abbia racimolato almeno una cinquantina di milioni. Peccato che di questa montagna di denaro si siano perse le tracce. Non è chiaro se sia stato investito in cattivi affari, se sia finita in qualche fondo internazionale in un paradiso fiscale o in qualche conto corrente all’estero. La Procura ha inviato varie rogatorie in banche di Singapore, Dubai e della Svizzera chiedendo di rintracciare i conti correnti in cui Svizzero, che risulta nullatenente, avrebbe depositato i suoi lauti guadagni. Al momento non vi sono riscontri anche se la stretta collaborazione con le autorità elvetiche, che hanno avviato da tempo un’inchiesta sul finto broker, potrebbe fornire a breve importanti sviluppi.
Quel che è certo è che Svizzero conduceva tutti i suoi affari attraverso le società NSMFO Investiments PTE.LTD e NMSFO PTE.LTD che operavano in Svizzera, a Singapore e Dubai. Durante le indagini è emerso che la NSMFO Investiments PTE.LTD, con sede a Singapore è stata messa in liquidazione. Attraverso questa procedura la società ha cessato le proprie attività trasformando il patrimonio in denaro, estinguendo i debiti sociali e dividendo tra i soci il residuo attivo. Secondo gli inquirenti Svizzero avrebbe escogitato questo stratagemma per recuperare liquidità immediata, avendo alle calcagna gli investitori che sollecitavano la restituzione del denaro. Per spennare gli ignari clienti il sedicente broker avrebbe attuato lo schema Ponzi: un modello di vendita truffaldino con cui si promettono forti guadagni alle vittime a patto che queste reclutino nuovi investitori, a loro volta vittime della truffa.
A carico di Svizzero resta aperta una seconda inchiesta del pm Brusegan per i reati di truffa, tentata estorsione e insolvenza fraudolenta. É il filone strettamente legato all’esito delle rogatorie internazionali avviate in varie parti del mondo, con l’obiettivo di accertare dove sia nascosto il tesoro del faccendiere.
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Il Gazzettino