Bracconaggio, arsenale nascosto e 200 ungulati uccisi. In quattro nei guai

Bracconaggio, arsenale nascosto e 200 ungulati uccisi. In quattro nei guai
UDINE - Un'attività di bracconaggio posta in essere da anni in Alto Friuli, anche con l'utilizzo di armi illegalmente detenute, è stata scoperta e sgominata...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
UDINE - Un'attività di bracconaggio posta in essere da anni in Alto Friuli, anche con l'utilizzo di armi illegalmente detenute, è stata scoperta e sgominata attraverso un'indagine condotta dalla Polizia e dal Corpo forestale regionale che ha portato ieri all'esecuzione di due misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati.


Si tratta di un uomo di 54 anni, residente a Pontebba (Udine), posto agli arresti domiciliari, e di un sessantenne, residente in provincia di Vicenza, per cui è stato disposto l'obbligo di dimora nel comune di Pontebba. Altre due persone, padre e figlio, anche loro residenti nella stessa località, risultano indagate e sono state sottoposte a una perquisizione.

Le misure, disposte dopo il ritrovamento di un fucile nascosto a pochi passi dal cimitero di Pontebba, sono state eseguite dagli agenti del settore di Polizia di Frontiera di Tarvisio e Squadra mobile della Questura di Udine, con la collaborazione del Nucleo operativo per l'attività di vigilanza ambientale e agenti del Corpo forestale regionale. Le attività hanno consentito di rinvenire un arsenale di fucili, coltelli da caccia e silenziatori, alcuni ancora in costruzione, una banda chiodata, visori notturni e foto-trappole, cellulari e diversi walkie-talkie fino a pietre di sale per attrarre le bestie. Le indagini, avviate nel 2013, hanno permesso di accertare nel corso di un triennio l'abbattimento illecito di circa 200 ungulati tra caprioli, cervi e camosci.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino