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Compie novant'anni la libreria più famosa di Venezia, ma per un discreto periodo anche una delle più conosciute del Veneto e dell'Italia centro-settentrionale. Eredità di quegli anni formidabili sono i clienti che ancor oggi vengono per far rifornimento alla Toletta.
Persino da Firenze, Bologna, o Torino. Anche da loro ci sono librerie, ovviamente, ma sanno che a Venezia troveranno esattamente quel che cercano. Ecco cosa significa avere una storia. L'attuale proprietario si chiama Giovanni Pelizzato, 57 anni, e a cominciare tutto era stato suo nonno Angelo. Un personaggio inquieto e schierato politicamente: comunista, antifascista, dopo la marcia su Roma deve cambiare aria e si trasferisce a Torino dove mette in piedi una ditta di pulizie. La crisi seguita al crollo di Wall Street del 1929 lo costringe a tornare a Venezia.
L'INTUIZIONE DI ANGELO
È senza lavoro, non sa cosa fare, prova a farsi assumere come manovale nei lavori di costruzione del ponte automobilistico translagunare che si affianca a quello ferroviario. Ma è alto e magro, allampanato, c'è bisogno di forzuti e non lo vogliono. Non sa che fare; ha una grande passione: la lettura, allora prende i libri suoi personali ne possiede parecchi e li vende su un banchetto in calle della Mandola. Sembra una mossa disperata; anzi, lo è, ma funziona. Qualcuno gli porta libri da vendere, si mette in moto un meccanismo, la ruota comincia a girare. Angelo a questo punto decide di aprire una bottega e la scelta sul dove farlo è accorta: vicino al liceo Marco Polo, a una scuola elementare, non lontano da Ca' Foscari, dall'Accademia di Belle Arti e dalla neo istituita Architettura, che al tempo ha sede in zona. Alla Toletta, insomma.
L'ERA DI LUCIO E MAURIZIO
Nel 1962 Angelo si ritira (morirà nel 1989) e gli subentrano i figli Lucio e Maurizio (quest'ultimo era il padre di Giovanni). Entrambi erano entrati in bottega da tredicenni, imparano il mestiere sul campo, ma i tempi cambiano, la scolastica usata è sempre più difficile perché le edizioni si rinnovano troppo spesso e si rischia di dover buttar via i volumi più datati. Sono gli anni dei remainder, ovvero i libri che anziché mandare al macero, gli editori svendono a pochi soldi. A quel punto però, i titolari della Toletta hanno un'intuizione: vendere libri nuovi scontati. Qui bisogna capire come funzionano le librerie indipendenti: comprano i libri e l'eventuale invenduto lo mandano in resa. Gli editori si ritrovano in magazzino libri ancora in buone condizioni, usciti un anno o due prima, ma dal futuro incerto. Allora i Pelizzato dicono: li compriamo noi, ci fate un forte sconto e noi ci impegniamo a non mandarli più in resa. Musica per le orecchie degli editori, soprattutto Einaudi, Adelphi e Laterza accettano ben volentieri. E così alla Toletta riescono a vedere libri di un paio d'anni prima a metà prezzo. La Bur, per tutti gli anni Ottanta, aveva il 40 per cento di sconto. Oggi non si può più. La legge impone uno sconto massimo del 5 per cento, con qualche eccezione per le promozioni. La Toletta è quasi una libreria come tutte le altre. Giovanni Pelizzato fa notare che qualcosa di quel glorioso passato resta: i libri suddivisi per editore, per esempio, che facilitano la ricerca alla clientela affezionata e fa sì che, come detto all'inizio, arrivino anche da fuori Venezia per far shopping alla Toletta.
Il Gazzettino