Arrestato un bosniaco già fermato 42 volte in Italia con 21 nomi diversi

Arrestato un bosniaco già fermato 42 volte in Italia con 21 nomi diversi
CAMPODARSEGO - Il sindacato di polizia Coisp definisce 'la legislazione del tutto inadeguata' riferendosi all'arresto nel padovano di un bosniaco colpito da mandato...

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CAMPODARSEGO - Il sindacato di polizia Coisp definisce 'la legislazione del tutto inadeguata' riferendosi all'arresto nel padovano di un bosniaco colpito da mandato internazionale, pluripregiudicato, che era stato identificato in Italia già 42 volte con 21 nomi diversi.

«Se una persona può andarsene in giro liberamente per l'Europa e, soprattutto, per l'Italia, nonostante un curriculum criminale lungo come un lenzuolo - rileva il Coisp - dire che c'è qualcosa che non va è un eufemismo. Gli strumenti legislativi in questo ambito sono evidentemente del tutto inadeguati».
A Campodarsego, spiega Franco Maccari, segretario del Coisp, la Polizia Locale nell'ambito di un controllo stradale, hanno arrestato un 60enne bosniaco, colpito da un mandato di cattura internazionale. L'uomo, in Italia senza fissa dimora, era ricercato dall'Interpol per una condanna alla reclusione emessa dalla Corte della Bosnia ed Herzegovina nel giugno 2015. «Il bosniaco - ricorda Maccari - è stato identificato in Italia 42 volte con 21 nomi diversi. Cinque gli arresti, a seguito di decine di reati. Per tre volte era stato incarcerato, e una volta era anche riuscito ad evadere. Due le espulsioni eseguite in passato nei suoi confronti. Nonostante il suo curriculum da malvivente incallito, il 60enne è stato trovato in possesso di una recente istanza di protezione internazionale avanzata con uno dei suoi tanti alias alla Questura di Bari».

«Quanto avvenuto dimostra - osserva Maccari - da una parte che il lavoro delle Forze dell'Ordine italiane continua ad essere di straordinaria importanza ed efficienza, ma dall'altra parte che con questo sistema che è un colabrodo la nostra è una lotta impari. Inutile evidenziare, poi, - prosegue - il significato del fatto che proprio un criminale incallito fosse tra coloro i quali hanno richiesto protezione internazionale. Non si può più dire che questa sia una circostanza eccezionale, in realtà è una cosa che si ripete con allarmante frequenza, e le cronache sono piene di esempi di richiedenti asilo che si dimostrano delinquenti senza scrupoli. Continuare a non prendere le adeguate contromisure - conclude - è da irresponsabili».
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Il Gazzettino