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TREVISO - La prima gru è già arrivata e gli operai hanno iniziato a preparare il terreno per il cantiere. L'ex sede di Unindustria Treviso, incastonata tra piazzetta Sant'Andrea e via Martiri, cuore del centro storico, diventerà un elegante palazzetto residenziale, con appartamenti di pregio. A costruirli la Cazzaro Costruzioni, che ha da poco portato a termine il complesso Ca' delle Alzaie, il Bosco verticale che domina la Restera. Mauro Cazzaro non dice molto, ma ammette: «Siamo partiti con un cantiere di prestigio. Faremo appartamenti dove un tempo c'erano la sede degli industriali e uffici. Sarà una bella trasformazione. Al momento però sul progetto non aggiungo altro».
«QUALITÀ»
Saranno comunque alloggi eleganti, destinati a una clientela con possibilità di spesa. Del resto Cazzaro ha quel target ormai da anni. Come dimostrano le tra palazzine realizzate lungo la Restera, progettate dall'archistar Stefano Boeri con lo sguardo proiettato verso il futuro. Per l'intervento in centro, Cazzaro punterà ancora una volta sulla qualità: «Noi lavoriamo così - ammette - i clienti che vengono da noi sposano la filosofia dei nostri progetti».
INNOVAZIONE
Gli appartamenti, due massimo tre per piano, sono un concentrato di tecnologia che consente un consumo energetico vicino allo zero e dotati di soluzioni all'avanguardia sotto tutti i punti di vista. E poi il verde: lungo le tre facciate ci sono 400 piante a basso fusto e 170 alberi (120 in facciata e 50 a terra) «Selezionate tra le specie autoctone individuate dal piano ambientale del Sile - specifica Cazzaro - inoltre nessuna pianta è nella disponibilità dei condomini, nessuno può toccarle perché per ognuno è stato studiato una sistema d'irrigazione e modalità di cura. Il verde occupa il 51% della superfice totale. Tra il verde in facciata e il verde a terra ci sono oltre due ettari di vegetazione».
LA CAUSA
Inevitabile parlare della vicenda giudiziaria che ha coinvolto il complesso, chiamato in causa dai concorrenti per l'eccessiva altezza dei palazzi e poi finiti in mezzo a una lunga diatriba politica: «Non è stato bello - ammette Cazzaro - ma se mi fossi impegnato in un progetto simile, che non è certo un intervento da mille euro (c'è voluto invece un investimento da 35 milioni di euro ndr) senza avere qualche certezza, sarei un imprenditore da ricovero. Sul progetto non c'è stato un silenzio-assenso da parte di tutti gli enti coinvolti, ma pronunciamenti ufficiali. Dalla Regione abbiamo ottenuto un'interpretazione della normativa. Poi la questione è stata utilizzata per la discussione politica. Ma, alla fine è arrivato il Consiglio di Stato a dire che è tutto in regola, cosa di cui non abbiamo mai dubitato, e a mettere una pietra sopra a tutto».
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