BELLUNO - L'uragano ha spazzato via interi boschi. Ma potrebbe spazzare via anche l'eterna rivalità tra Belluno e le province autonome. La salvaguardia del legname...
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DA STRASBURGOIl primo aiuto, quindi, potrebbe arrivare da Strasburgo. «Martedì scorso, in occasione della seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo, sono intervenuto a nome del Partito Popolare Europeo chiedendo l'attivazione del Fondo di Solidarietà Europeo per le zone d'Italia colpite dall'alluvione e dal maltempo, in particolare le province di Belluno, Trento e Bolzano - ricorda Dorfmann . Per l'attivazione, è necessaria una stima della valutazione dei danni superiore ai 3 miliardi di euro sul territorio nazionale, e guardando quanto accaduto solo tra le Dolomiti, senza pensare al Friuli Venezia Giulia, alla Liguria o alla Sicilia, è purtroppo una cifra facilmente raggiungibile».
L'URGENZAIl problema urgente, per i boschi bellunesi, è ora quello della pulizia e del recupero degli schianti. Primo, perché in primavera gli alberi rimasti in piedi rischiano di essere facile preda del bostrico, un parassita molto pericoloso. Secondo, perché una buona parte del legno schiantato può ancora essere immessa sul mercato e non andare persa, a patto che si intervenga con una certa rapidità. «Il Piano di Sviluppo Rurale della Provincia autonoma di Bolzano prevede una misura specifica per il recupero degli schianti, mentre per la pulizia del bosco potrebbero essere reperiti fondi dal secondo pilastro della Pac - spiega Dorfmann . Anche in quest'ottica, potrebbe essere utile un coordinamento tra le province di Belluno, Trento e Bolzano».
BOLZANO È AVANTIIl coordinamento rischia di diventare indispensabile se si guarda a cosa succede da una parte e dall'altra del confine: i boschi bellunesi sono ancora a terra due settimane abbondanti dopo il disastro; quelli altoatesini sono già un pullulare di lavori e cantieri. La misura della differenza si è avuta nell'incontro di Bolzano. Perché il mondo imprenditoriale bellunese ha incontrato anche Josef Schmiedhofer, direttore dell'Agenzia del Demanio della Provincia autonomia. «Con lui abbiamo affrontato la questione della gestione del post-alluvione, soprattutto il tema degli schianti degli alberi - spiegano dal Bard -. Nel solo Alto Adige, si sono verificati schianti pari a due anni di produzione del legname; un dato impressionante, ma addirittura minore a quanto registrato nel Bellunese (dove pare che il legname a terra sia pari a quello di 7-8 anni di produzione, ndr). Schmiedhofer ha sottolineato l'importanza di una corretta logistica nella gestione del legname: bisogna raggiungere i luoghi degli schianti, raccogliere il materiale e trovare depositi adatti. Il mercato tra le Dolomiti e l'Austria è sovraccarico, per questo il prezzo del legname è crollato. Una corretta raccolta e conservazione del legno permetterebbe di mantenerlo in condizioni vendibili».
Damiano Tormen Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino