Borseggiatore dell'imbarcadero di San Zaccaria catturato dal generale dei Carabinieri in borghese

Il generale dei carabinieri di Venezia, Nicola Conforti ha fermato un borseggiatore
VENEZIA - Non capita tutti i giorni di essere arrestato da un generale dei carabinieri che, in un momento di riposo, sta tranquillamente passeggiando per la...

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VENEZIA - Non capita tutti i giorni di essere arrestato da un generale dei carabinieri che, in un momento di riposo, sta tranquillamente passeggiando per la città. È accaduto sabato pomeriggio, a Venezia, all’altezza dell’imbarcadero di San Zaccaria, a poca distanza da piazza San Marco, ma anche dalla caserma dei carabinieri. In jeans e maglietta, l’alto ufficiale stava passando davanti all’imbarcadero quando ha sentito le urla di una donna. «Fermatelo, fermatelo»


TURISTA DERUBATA


La signora, una turista italiana in visita a Venezia con il marito aveva appena sventato un borseggio a suo danno: visto il ladro in azione, lo aveva bloccato, riscendo anche a recuperare il portafogli che l’uomo era inizialmente riuscito a sottrarre. Vistosi scoperto, il borseggiatore si è dato alla fuga cercando di farsi spazio tra la folla di visitatori, con l’obiettivo di confondersi tra loro e riuscire a farla franca. A quel punto è entrato in azione il generale Nicola Conforti, comandante provinciale di Venezia, il quale ha subito inquadrato la situazione: ha bloccato l’uomo che cercava di divincolarsi. Per tenerlo fermo sono interventi anche un paio di gondolieri del vicino stazio, che hanno collaborato con l’alto ufficiale. Infine è arrivato un carabiniere della vicina caserma di San Zaccaria che ha preso in consegna il malvivente, un 48enne di nazionalità slovacca, senza fissa dimora e con precedenti dello stesso tipo. Ieri mattina il borseggiatore è comparso alla Cittadella della giustizia di piazzale Roma, di fronte al giudice penale Alberto Ciampaglia per il processo per direttissima chiesto dalla sostituto procuratore di turno, Laura Cameli. A svolgere la relazione di servizio sull’arresto è stato lo stesso Conforti: «In tanti anni di direttissime non mi era mai capitato di avere un generale dei carabinieri a relazione su un arresto», ha dichiarato il giudice. Dopo la convalida del provvedimento di arresto l’imputato ha patteggiato la pena di due mesi per tentato borseggio ed è stato rimesso in libertà (la legge non consente l’emissione di misure cautelari per pene inferiori ai 4 anni) con il divieto di dimora a Venezia.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino