MEL - «Abbiamo visto cadere la persona che stava cucinando e abbiamo dato l’allarme: poi, anche noi, ci siamo sentiti male». Nessuno ha voglia di raccontare di...
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Fuga di monossido, la festa finisce in ospedale per 21 amici: intossicazione
«Non c’è nessun segreto», dice qualcuno, che poi però fatica a rilasciare qualche frammentaria dichiarazione. La cena, che si è tenuta nella struttura dell’ex latteria di Pagogna, a Mel di Borgo Valbelluna, è finita in ospedale. Ventuno gli intossicati per la fuga di monossido di carbonio: sono tutti residenti tra Borgo Valbelluna, Limana e Feltre. Fortunatamente nessuno grave e ieri quasi tutti erano a casa. Non ci sarebbero nemmeno strascichi giudiziari: la Procura non ha disposto il sequestro del forno difettoso all’origine della fuga, finito sotto accusa. È ancora in attesa dell’informativa. Al lavoro dopo la festa finita nel dramma, i carabinieri della stazione di Trichiana intervenuta sabato sera su richiesta del 118 e i vigili del fuoco, che hanno ricostruito l’accaduto.
IL DRAMMA
Oltre agli operatori della casa di riposo Sbardella di Mel alla ex latteria c’erano anche alcuni volontari della società sportiva denominata “Laghet” che aveva messo a disposizione la struttura per la festa privata. A sentirsi male per prime le due persone vicino ai fornelli che stavano cucinando. «È successo questo spiacevole incidente - racconta uno dei volontari che erano al lavoro quella sera - e tutto è partito da un forno, come accertato dai vigili del fuoco».
LA TEMPESTIVITÀ
Ma non era facile da subito comprendere l’accaduto e per questo è stata fondamentale la tempestiva richiesta di aiuto da parte dei partecipanti alla festa, in gran parte operatori sanitari che hanno compreso l’emergenza. Fondamentale poi la tempestività del 118. «Nel caso avvenuto sabato notte - ha spiegato ieri il direttore sanitario del Usl 1 Dolomiti, Giovanni Maria Pittoni -, l’equipaggio del 118 intervenuto, allertato per una sincope, ha dimostrato il suo valore grazie all’intuizione che ha fatto collegare i segni/sintomi al contesto e ha avviato degli approfondimenti diagnostici ricercando appena possibile il monossido nel sangue e utilizzando il rilevatore anche nell’ambiente dove si era verificato il fatto. L’èquipe infermieristica del 118 ha così contribuito sostanzialmente ad arrivare rapidamente ad una diagnosi ed ad attivare le terapie adeguate».
I CONSIGLI
«Il monossido di carbonio (CO) è un gas inodore, incolore e insapore - spiegano dall’Usl 1 Dolomiti, che ieri ha diffuso una nota -. Assorbito dall’uomo per via respiratoria, viene prodotto a causa di una combustione incompleta, in carenza di ossigeno. I primi sintomi che compaiono in caso di intossicazione sono cefalea, nausea, vertigini. Quando l’intossicazione è più grave si arriva alla sincope». Il tema dei rischi da monossido sarà approfondito in un “Mercoledì della salute”. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino