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TREVISO - All'inizio è scoppiato il caso del Consorzio Sgai. A ruota è seguita l'indagine su Casa Zero, entrambe legate al Superbonus 110%. Poi è spuntata l'inchiesta su Giorgio Scarso, ragioniere di Ponte di Piave, relativa al Bonus Facciate 90% e all'Ecobonus 65%. Il filo conduttore è sempre lo stesso: gli incentivi nel settore dell'edilizia che, grazie alla cessione indiscriminata dei crediti d'imposta, hanno aperto le porte a comportamenti illeciti senza precedenti. I numeri, da capogiro, parlano chiaro: solo in provincia di Treviso le operazioni fuorilegge ammontano a 290 milioni di euro (esclusi i 109 milioni legati al Consorzio Sgai, il cui fascicolo per competenza territoriale è nelle mani della Procura di Napoli), le imprese coinvolte sono oltre 70 mentre sono 110 i milioni di euro che sono stati posti sotto sequestro dalla guardia di finanza di Treviso. «Le frodi sui bonus edilizi sono state un fenomeno che in questa provincia ha preso largamente piede - afferma il colonnello Francesco De Giacomo, comandante provinciale della guardia di finanza - e che ha richiesto un intenso sforzo da parte delle fiamme gialle. Abbiamo creato, infatti, una cabina di regia a livello centrale con il compito di svolgere, in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate, delle analisi di rischio nel settore dell'edilizia e supportare l'azione di intelligence e di contrasto svolta dai reparti della guardia di finanza sul territorio».
LE VITTIME
Il primo truffato, sottolinea il comandante De Giacomo, rimane lo Stato.
LE INCHIESTE
La prima inchiesta chiusa riguarda il Consorzio Sgai. La Procura di Napoli ha chiesto il processo per 17 persone per associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, il falso ideologico, la sostituzione di persona e l'occultamento o distruzione di libri contabili. Il reato associativo viene contestato soltanto a 13, tra cui il presunto capo dell'organizzazione, l'ex presidente del Consorzio, il 50enne di Ischia Roberto Galloro. Ancora in itinere invece l'inchiesta su Casa Zero. Gli indagati sono saliti a 8, tra cui Alberto Botter, il 38enne fondatore e amministratore di fatto del consorzio Casa Zero, Fabio Casarin, 48enne milanese legale rappresentante di diritto della società, e Massimiliano Mattiazzo, 55enne trevigiano, libero professionista, con il compito di asseveratore dei lavori. I creditori insinuati nel passivo, dopo i 622 già ammessi, sono in continua crescita. Si parla di un buco da 12,5 milioni di euro. A livello penale sono invece 172 i trevigiani che, in un eventuale processo, intendono costituirsi parte civile. Per quanto riguarda l'indagine sul ragioniere Giorgio Scarso, gli indagati oltre al professionista sono 19. Le fiamme gialle sono già riuscite a porre sotto sequestro conti correnti, auto, e quote societarie per 2 milioni di euro e crediti fiscali per altri 49 milioni.
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Il Gazzettino