Bonifica ex Caffaro verso la conclusione, dopo 20 anni il sito inquinato "risorge": attesa per le analisi Arpav

Il sito ex Caffaro ad Adria, dopo vent'anni la bonifica va verso il completamento
ADRIA - Alle battute finali i lavori di rimozione dei rifiuti legati alla bonifica del sito ex Caffaro di Cavanella Po. Se i prossimi campionamenti, affidati da Palazzo...

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ADRIA - Alle battute finali i lavori di rimozione dei rifiuti legati alla bonifica del sito ex Caffaro di Cavanella Po. Se i prossimi campionamenti, affidati da Palazzo Tassoni ad Arpav, daranno esito negativo, sarà posta la parola fine ad un percorso durato più di venti anni. La convenzione tra le parti, in previsione di queste ultime operazioni, sottoscritta tra il Comune di Adria e Isagro, realtà acquisita dal gruppo americano Gowan lo scorso anno, era datata 2019. «Si tratta di un'importante riqualificazione ambientale - commentava allora il sindaco Omar Barbierato - che permetterà ad Isagro di utilizzare uno spazio del sito e che aprirà nuove prospettive di lavoro per il territorio».


Gli ultimi lavori erano stati affidati dal Comune alla ditta Dema di Mesola (Fe), per 190.835 euro, pari ad un ribasso percentuale del 17,82% sull'importo posto a base di gara, iva esclusa. L'operazione è stata portata a compimento per 131.250 euro con fondi di Palazzo Tassoni, derivanti dall'escussione della fideiussione prestata a garanzia della corretta esecuzione e del completamento degli interventi in questione dalla società Caffaro, precedente proprietaria dell'area, e per 78.668 euro, con fondi della Isagro, succeduta a Caffaro, garantiti da fideiussione.

ITER TORMENTATO
Per la bonifica erano state cinque le ditte ammesse alla gara. La Dema si era piazzata terza. Le prime due, però, sono state escluse per un prezzo ritenuto troppo basso. All'impresa prima classificata, di Messina, il Comune aveva chiesto spiegazioni scritte sui costi proposti, sulla base di un giudizio tecnico che aveva posto dei dubbi sulla congruità e sostenibilità dell'offerta presentata, con un ribasso del 28,49%. In seguito all'esito infruttuoso della vertenza, la stessa richiesta era stata inoltrata ai secondi classificati, un'azienda di Napoli, che aveva presentato un ribasso del 26,24%. Ma anche qui nessuna risposta. Anche l'offerta della Dema, in un primo momento, era stata ritenuta anomala. La ditta ferrarese, però, aveva fornito la documentazione integrativa richiesta.

LUNGA VICENDA


La vicenda ha una storia ventennale, che si protrae dal marzo 2001. Nella primavera del 2001, infatti, era stata effettuata un'indagine preliminare nel sito al fine di individuare eventuali contaminazioni esistenti nel suolo, nel sottosuolo e nella falda. A seguito delle analisi era stata riscontrata la presenza di rame in concentrazione superiore a quanto previsto dai limiti di legge ed erano stati individuati altri rifiuti. Nelle acque di falda, inoltre, era stata trovata presenza di nichel in concentrazione pari a quella limite. Una prima bonifica era stata effettuata nel 2008, ma successivamente venivano era stati scoperti residui interrati: frammenti e lastre di vetro, presunto stucco da infissi e sospetto idrossido di calce.

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Il Gazzettino