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AVIANO - Aveva deciso di differenziare gli investimenti e così dai gioielli e l’oro, Mario Marini, storico gioielliere pordenonese con la passione per le auto, nel 2018 aveva deciso di acquistare e ristrutturare una antica villa veneta del ‘600 ad Aviano per realizzare un moderno albergo. E così è stato. Dopo sei - sette mesi di lavori ha aperto agli ospiti villa Marini Trevisan, una struttura ricettiva dalle nobili origini, ma tecnologicamente avanzata con domotica spinta. Un gioiellino che è subito partito bene.
L’AVVIO
«In effetti - spiega lo stesso Marini - quando abbiamo iniziato a fare un po’ di marketing le prenotazioni sono arrivate quasi subito. In poco tempo avevamo quasi tutte le camere occupate. La partenza lasciava ben sperare, insomma». E così è andata avanti sino a quando il virus ha paralizzato l’intera economia e la possibilità di viaggiare. «È stata la prima botta - racconta l’imprenditore - che ci è costata parecchio. Nel 2020, infatti, siamo rimasti chiusi circa sei mesi e altri cinque l’anno successivo.
IL COVID
Nel frattempo il Covid, pur tra alti e bassi, ha iniziato ad abbassare la cresta e anche villa Marini Trevisan ha riaperto a tyempo pieno. «Non è stato automatico - racconta Marini - ma dopo un periodo complicato durante il quale sono stati riallacciati i vecchi contatti e cercata nuova clientela, l’albergo ha ripreso quota, al punto che c’era soddisfazione per come le cose stavano procedendo». Il tutto, però, è durato sino a quando è arrivata l’ultima bolletta dell’energia. «C’era già stato un aumento rispetto all’anno di apertura, dai mille e duecento euro, infatti - spiega il gioielliere albergatore - eravamo arrivati a quasi il doppio. Un aumento che in ogni caso eravamo riusciti a smaltire».
LA SORPRESA
Ora la sorpresona: l’ultima bolletta, da pagare entro il 31 di agosto parla chiaro: 5.100 euro. Un salasso. «È evidente che un costo come quello non è più sostenibile perchè il margine di guadagno è già basso. Volendo essere concorrenziali e restare sul mercato il costo delle camere, pur in una struttura completamente rinnovata e tecnologicamente avanzata, lo abbiamo tenuto sempre basso. In compenso i costi sono alti perchè in estate ci sono da raffrescare tutte le camere e i grandi saloni antichi, così come in inverno, invece, è necessario riscaldare gli spazi comuni. Un costo energetico, dunque, ancora più alto».
LA DECISIONE
A questo punto è arrivato il momento delle decisioni. «In effetti - conclude Mario Marini - è impossibile pensare di andare avanti con questi costi più che triplicati. Rifaremo i conti e valuteremo, nella speranza che la situazione cambi in positivo. In caso contrario le possibilità sono due: chiudere definitivamente tutto, oppure tenere chiusa la struttura da ottobre a gennaio, nella bassa stagione. Del resto è impraticabile scaldare tutti gli spazi comuni e avere quattro - cinque camere occupate. Il gioco non vale la candela. Questa è la situazione ed è necessario adeguarsi, altrimenti si rischiano grossi problemi economici. Quindi non ci sono altre possibilità stante la situazione attuale»
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