Bolletta dell'elettricità da 2mila euro alla discoteca chiusa da più di un anno: «Falliremo»

Catuscia Cappellotto
CODOGNÈ - Catuscia Cappellotto non riesce a darsi pace. La bolletta di 2.053,42 euro per l'elettricità del mese di gennaio al suo locale, il Dancing Pergola...

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CODOGNÈ - Catuscia Cappellotto non riesce a darsi pace. La bolletta di 2.053,42 euro per l'elettricità del mese di gennaio al suo locale, il Dancing Pergola Imperiale, è spietata quanto le chiusure che dal febbraio 2020 hanno azzerato la sua attività, che avrebbe compiuto quest'anno 60 anni. Accanto a lei papà Carlo, classe 1941, che nel 1961 aveva dato vita alla balera nata sotto un pergolato (da cui il nome ndr) divenuta nei decenni un punto di riferimento per generazioni con balli lisci, discoteca e serate country. 

IL SALASSO

«Siamo alla disperazione dichiara Catuscia trattenendo a stento le lacrime. Abbiamo aperto brevemente a giugno scorso per poi chiudere prima di Ferragosto. I ristori sono minimi e a giugno dovrò licenziare i tre collaboratori fissi che sono in cassa integrazione a 450 euro al mese, tra cui mia figlia Rossella. Oltre alla bolletta Enel ci sono quella di 2.108 euro di Savno e i 900 euro per l'acqua. Quasi 30mila euro l'anno di spese che mi stanno mettendo in ginocchio, senza contare i debiti con i fornitori. La nostra categoria non viene mai nominata, le discoteche saranno le ultime a riaprire. Mi piange il cuore soprattutto per mio padre e mia madre che per cinquant'anni hanno lottato. Oggi rischiamo di fallire».

LO SCONFORTO



Catuscia si è battuta anche nelle piazze di Treviso, Venezia, Padova e Roma dove ha partecipato a tutte le manifestazioni indette da quella che definisce una categoria Cenerentola, tanto poco è considerata. Non smette di sperare, ma l'unico appiglio al momento si traduce in aiuti che finora sono stati minimi. Adesso le forze fisiche e mentali la stanno abbandonando. È stanca di lottare contro muri di gomma e restrizioni che non può più sopportare. «Al nostro settore sono legate molte realtà spiega: l'intrattenimento, le orchestre, gli stagionali. Le riaperture promesse in questi giorni non mi fanno certo fare salti di gioia. Come reagiranno i clienti abituali? Torneranno o avranno paura? Sono tutte incognite che non trovano risposte certe. Di sicuro so solo che dovrò pagare anche le bollette dei mesi in cui siamo rimasti chiusi. Ho sentito i gestori, fra cui Enel, ma dicono che i consumi sono effettivi. Eppure abbiamo acceso solo la macchina da caffè. Queste sono cifre che pagavo quando funzionavo a pieno ritmo, con un'orchestra di otto elementi. Come è possibile che debba pagare la stessa cifra dopo un anno di chiusura? Di questo passo un'altra attività storica sarà costretta inesorabilmente a chiudere, a meno di aiuti veramente concreti e immediati da parte del nuovo Governo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino