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La fabbrica del futuro nasce in Veneto e sarà super tecnologica, bio e sostenibile. Utilizzerà le risorse della natura - funghi, batteri, piante, alghe - per sviluppare eco-materiali e biofarmaci. Il progetto che vede alleate l'università veneziana di Ca' Foscari e l'azienda friulana Zero (avrà il 51%) - "Future Farming - Innovation Technology Infrastructure" - ha visto nascere una società mista pubblico-privato che vuole agire come catalizzatore di trasferimento tecnologico e attrattore di talenti per sviluppare nuove imprese e innovazioni in questi campi. Porte aperte anche alla collaborazione con altre università. La "fattoria del futuro" è un investimento di 20 milioni che arrivano per metà dall'azienda Zero e il resto dal Pnrr che si pone l'obiettivo di passare da un paradigma di produzione di sfruttamento (un po' ottocentesco), a un modello generativo, in cui piante, funghi, batteri, alghe agiscono come biofabbriche atomiche e molecolari. È insomma una sofisticata alleanza con la natura.
ALLEANZA CON LA NATURA
L'infrastruttura di ricerca Future Farming (Ff-Iti) sarà localizzata in due sedi, la principale in Veneto, e una secondaria in Sardegna.
«Future Farming rappresenta una grande occasione di innovazione nel settore delle biotecnologie applicate all'agricoltura del futuro» dichiara Tiziana Lippiello, rettrice dell'Università Ca' Foscari Venezia». Carlo Bagnoli, referente del progetto: «Stiamo creando il primo ecosistema di trasferimento tecnologico Deep Tech d'Europa, partendo dall'Italia proprio grazie alla sua tradizione in tema di agricoltura e tecnologia, per sviluppare soluzioni alle maggiori sfide di sostenibilità a livello globale. Questo progetto si basa sulla rivoluzione del Nature Co-Design: l'incontro tra biologia, chimica, scienza dei materiali e nanotecnologia per fare leva sulla natura come piattaforma manifatturiera a livello atomico» commenta il docente di Innovazione Strategica, che guida VeniSIA, l'acceleratore di innovazione sostenibile di Ca' Foscari».
«Il progetto Future Farming ha una dimensione internazionale, come confermato dall'interesse già espresso dalla giapponese Mitsui & Co. (società di trading e investimento globale), dall'Istituto Ibisba di Tolosa e dalla statunitense SynBioBeta - sottolinea una nota di Ca' Foscari -. Tra gli attori industriali interessati anche Zoppas Industries, Labomar, Vivai Cooperativi Rauscedo». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino