Spinse e violentò sulla spiaggia l'ex compagna di scuola: 21enne condannato

Bibione. Spinse e violentò sulla spiaggia l'ex compagna di scuola: 21enne condannato
BIBIONE (VENEZIA) - Erano ex compagni di scuola. Si erano conosciuti in un istituto alberghiero e rivisti per caso a Bibione, in piazzale Zenith, la sera del 23 giugno 2016,...

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BIBIONE (VENEZIA) - Erano ex compagni di scuola. Si erano conosciuti in un istituto alberghiero e rivisti per caso a Bibione, in piazzale Zenith, la sera del 23 giugno 2016, insieme ad altri amici. Erano andati verso la spiaggia, ma improvvisamente lui la spinse contro un lettino e cominciò a baciarla. Quello che poi successe ha portato il ragazzo di origini albanesi, residente a Pordenone, all'epoca dei fatti 21enne, a difendersi da una pesante imputazione: violenza sessuale nei confronti di una 18enne della provincia di Venezia. Il processo si è celebrato ieri in Tribunale, a Pordenone. Per abbreviato, il giovane - di cui si omette il nome per tutelare l'identità della vittima - è stato condannato a 2 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione (sconto di pena di un terzo per il rito). Alla parte civile,  costituita il giudice ha riconosciuto una provvisionale immediatamente esecutiva di 10 mila euro, le spese di costituzione e disposto che l'entità del danno venga quantificata in sede civile.

Il giovane - che nell'estate di tre anni fa si trovava a Bibione come stagionale - ha sempre respinto le accuse sostenendo che la ragazza era consenziente e di essersi fermato dopo che lei si oppose a un rapporto sessuale. Ma la denuncia presentata nella caserma dei Carabinieri e i riscontri testimoniali hanno portato la Procura a formulare l'accusa di violenza sessuale. Il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi, ricordando che la vittima aveva fornito una ricostruzione priva di contraddizioni, supportata da due testimonianze. Infatti due amici la videro tornare nel piazzale disperata; lui la seguiva cercando di calmarla. Gli amici chiamarono il 112 e arrivarono i carabinieri del Norm di Portogruaro, che portarono la 18enne in ospedale, dove cominciò il percorso necessario per accertare la credibilità della denuncia. Quella sera la ragazza fu immobilizzata, si difese graffiando l'aggressore, ma lui non si fermò. «Non era affatto consenziente», ha rimarcato l'avvocato di parte civile. La difesa ha puntato su una ricostruzione diversa rispetto a quella della Procura. Ma il gup, dopo oltre un'ora di camera di consiglio, ha creduto alla vittima.
Cristina Antonutti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino