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BIBIONE - «Costi esorbitanti che non possiamo far ricadere sui nostri ospiti». A Bibione l'aumento del 25 per cento dei canoni demaniali azzera i pochi utili che garantivano alle concessionarie di continuare a lavorare con dei margini di guadagno accettabili.
I CONCESSIONARI
«Per noi si tratta di un vero salasso - spiega Gianfranco Prataviera, presidente di Bibione Spiaggia, la concessionaria che gestisce il litorale a est della località turistica di San Michele al Tagliamento - Finora il costo sostenuto per la concessione ammontava a 635mila euro l'anno, con l'estate 2023 passeremo a 780mila euro.
OPERATORI PREOCCUPATI
Dello stesso avviso è Lello Sartori, presidente di Bibione Mare spa, la società che si occupa del litorale ovest della località turistica. «È impensabile intervenire con nuovi listini - spiega Sartori - I costi per i nostri utenti sarebbero poi troppo alti, dobbiamo intervenire su altro. Serve invece una risposta efficace ai salari dei lavoratori. Solo in questo modo si potrà tornare a credere nel sistema Paese. Se non si pensa agli stipendi le famiglie non faranno più figli e non ci sarà di certo modo per andare in vacanza. Allo stesso modo, noi imprenditori ci ritroviamo a pagare concessioni salatissime e a farci i lavori. Noi stessi a Bibione dobbiamo intervenire alla bocca di porto Baseleghe per permettere ai natanti di uscire in mare. Costi che gravitano nella società e che non sarebbero di nostra competenza. Se poi dobbiamo fare i conti con i costi energetici siamo davvero alla canna del gas».
Il Gazzettino