BIBIONE - «Costi esorbitanti che non possiamo far ricadere sui nostri ospiti».
I CONCESSIONARI
«Per noi si tratta di un vero salasso - spiega Gianfranco Prataviera, presidente di Bibione Spiaggia, la concessionaria che gestisce il litorale a est della località turistica di San Michele al Tagliamento - Finora il costo sostenuto per la concessione ammontava a 635mila euro l'anno, con l'estate 2023 passeremo a 780mila euro. Costi veri che non possiamo di certo far ricadere sugli ospiti. Dopo il caro-bollette siamo riusciti a contenere gli aumenti in una media dell'8 per cento. Ora è impensabile alzare le tariffe altrimenti rischiamo di perdere i clienti. Non solo, perchè i listini sono già stati presentati e non possiamo cambiarli di certo adesso. Dobbiamo indubbiamente trovare una soluzione alternativa. Basterebbe che i ricavi delle concessioni rimanessero qui invece che finire nelle casse dello Stato. Abbiamo infatti chiesto alla Regione di poter intervenire con il ripascimento, ma ci è stato risposto che non ci sono risorse per farlo. Noi per poter lavorare siamo costretti a intervenire costantemente, spostando oltre 100mila metri cubi di sabbia per una spesa che sfiora il milione di euro. Se il costo per la concessione demaniale andasse in parte a ripagare quello per il ripascimento, in qualche modo risolveremmo il problema».
OPERATORI PREOCCUPATI
Dello stesso avviso è Lello Sartori, presidente di Bibione Mare spa, la società che si occupa del litorale ovest della località turistica. «È impensabile intervenire con nuovi listini - spiega Sartori - I costi per i nostri utenti sarebbero poi troppo alti, dobbiamo intervenire su altro. Serve invece una risposta efficace ai salari dei lavoratori. Solo in questo modo si potrà tornare a credere nel sistema Paese. Se non si pensa agli stipendi le famiglie non faranno più figli e non ci sarà di certo modo per andare in vacanza. Allo stesso modo, noi imprenditori ci ritroviamo a pagare concessioni salatissime e a farci i lavori. Noi stessi a Bibione dobbiamo intervenire alla bocca di porto Baseleghe per permettere ai natanti di uscire in mare. Costi che gravitano nella società e che non sarebbero di nostra competenza. Se poi dobbiamo fare i conti con i costi energetici siamo davvero alla canna del gas».