BELLUNO - I ruderi non pagano l'Imu: gli oltre 3mila edifici fatiscenti bellunesi sono quindi esentati dall'odiosa tassa sugli immobili. La novità, comunicata ieri...
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LA SENTENZACase demolite parzialmente, con il tetto crollato, fabbricati fatiscenti non potranno mai produrre reddito, di conseguenza non possono essere tassati. E la Corte di Cassazione con la sentenza che ha fatto giurisprudenza, pronunciandosi sul caso del ricorso di un'azienda agricola perugina contro il Comune di Narni, smonta anche la tesi del considerare il rudere, alla pari di un terreno edificabile. La legge, dice la Corte, prevede l'Ici per le aree edificabili, non per quelle già edificate.
IL CATASTO«Uncem - si legge nella nota dell'Unione nazionale - due anni fa aveva chiesto all'Agenzia delle Entrate di precisare che per i ruderi e i collabenti il passaggio da catasto terreni a catasto edilizio urbano non fosse obbligatorio. Chiarimento arrivato in una nota Uncem, d'intesa con Agenzia, del novembre 2017. Una vittoria dell'Uncem a vantaggio di tanti proprietari». «Ora la sentenza dice due cose - afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem - Non si paga l'Imu sui collabenti, sui ruderi e che questi immobili, per non pagare, devono essere iscritti nel catasto. Non è infatti un obbligo, bensì una facoltà iscriverli o meno. Per quelli non iscritti, non rientrando nella definizione di fabbricato, l'imposta sarebbe dovuta sulla base dell'area edificabile. Su questo punto serve però un chiarimento per evitare nuovi ricorsi e nuova giurisprudenza».
Olivia Bonetti Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino