Cambia la fauna nel Bellunese: arrivano castori e lontre

Cambia la fauna nel Bellunese: arrivano castori e lontre
BELLUNO - Inurbamento, zootecnia di montagna che sparisce. Cambia lo stile di vita dell'uomo, cambia il paesaggio. Anche la fauna si adegua. Non c'è da stupirsi se...

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BELLUNO - Inurbamento, zootecnia di montagna che sparisce. Cambia lo stile di vita dell'uomo, cambia il paesaggio. Anche la fauna si adegua. Non c'è da stupirsi se la provincia di Belluno diventa terra di espansione per nuovi ospiti. Non solo lupo, sciacallo dorato e gatto selvatico. In arrivo ci sono i castori e le lontre. Da quattrocento anni il castoro non abita più le Alpi, ora è ricomparso nella zona di Tarvisio. Un unico esemplare, lungo un torrente. Ultimo avvistamento nell'aprile 2019. La lontra, invece, è presente in Val Pusteria, cioè ad un passo dai corsi d'acqua della nostra provincia. Dai Balcani, con spostamento progressivo verso Occidente, è giunto tra i nostri boschi anche lo sciacallo dorato, a volte confuso, in chi afferma di averlo avvistato, con una volpe, un cane o un lupo. Le nuove presenze, a detta degli esperti dell'Ufficio Caccia e pesca della Provincia di Belluno, sono sintomo di una ristrutturazione del territorio. La causa va ricercata nella trasformazione in atto a livello di panorama e meteorologia. Il nostro territorio, peraltro, perde anche dei pezzi. Per alcune specie, infatti, i cambiamenti climatici sono deleteri. A cominciare da chi è abituato al freddo e soffre per l'innalzamento termico degli ultimi decenni, come pernici bianche o francolini di monte. La coturnice paga un prezzo alto nel non avere più ampi spazi in quota.

IL LUPOQuestione a parte quella che riguarda la presenza del lupo, se non altro perché i danni all'allevamento sono evidenti. Ultimo episodio: due giorni fa nel Feltrino. A Malga Campet, sul monte Avena, il predatore ha lascito il segno, con i resti di un vitello sbranato. In realtà dall'Ufficio dell'ente Provincia arrivano rassicurazioni: quella del lupo è popolazione diffusa dal Cadore al monte Grappa, ma, per un meccanismo naturale, si andrà a saturazione. Non arriveranno, cioè, branchi all'infinito perché qui il territorio è già occupato.

RISARCIMENTIIl 23 luglio, con la regia della Provincia, il Comitato che si occupa dei danni provocati dalla fauna selvatica composto da allevatori, agricoltori e cacciatori si riunirà per analizzare tutte le richieste di risarcimento danni. «La Provincia ha in carico l'istruttoria e valuta quali sono le domande ammissibili, divise nei due capitoli di risarcitorie e di prevenzione, quest'ultima premiata maggiormente spiega l'assessore a Caccia e Pesca, Franco De Bon il provvedimento verrà, quindi, trasmesso in Regione che provvederà alla liquidazione». Franco De Bon aggiunge una novità riguardante la stesura del calendario venatorio, di cui si parlerà nello stesso tavolo indetto il 23 luglio: «Terremo conto delle indicazioni che arriveranno da agricoltori e allevatori». Intanto oggi i tecnici faunistici della Provincia si occupano di produzione ittica di pregio. Con De Bon sono in Trentino, in sopralluogo. Per studiare quali soluzioni siano state adottate da altri nella captazione di acqua in alveo. Il tutto per portare migliorie nel sistema produttivo della troticoltura di Gioz.
Daniela De Donà  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino