BELLUNO - Girava per i locali della piazza facendo colazione, pranzo cena, ma non pagava mai. Alla fine Francesco Rapisarda, 32enne di origine cadorina, per anni residente a...
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LA TECNICA
Il 32enne si presentava con un braccio fasciato, trascinandosi a fatica. Così domenica a pranzo è arrivato anche alla “Nicchia”, il ristorante di via Giacomo Matteotti, 17/B. Si è seduto e ha ordinato: una selezione di formaggi del territorio, pasta al Raboso del Piave e un bicchiere di buon vino. Il conto era di 35 euro. Lui si è alzato ha estratto il telefonino e ha iniziato a fare foto nel locale, quasi infastidito. Poi ha preso la porta e è uscito.
IL RAID
Così aveva fatto anche negli altri locali visitati nelle ore e nei giorni precedenti. Sabato al Mirapiave, al bar Dersut. Domenica mattina era andato a fare colazione nel centralissimo Bar Manin. Sì perché si trattava bene Francesco Rapisarda, tanto poi il conto non lo pagava mai. Usciva dalla porta, senza fermarsi alla cassa.
LA RETE
Ma tra i commercianti si era sparsa la voce e così il titolare della Nicchia era preparato. «I miei colleghi - racconta il ristoratore Sebastiano Saviane - mi avevano detto di questa persona, dicevano che era anziano, che entrava consumava ma non pagava. Quando lo ho visto entrare rantolando ho immaginato che potesse essere lui, anche se l’età non tornava. Ho chiamato i carabinieri chiedendo come avrei dovuto comportarmi nel caso che questa persona non avesse pagato. E loro mi hanno dato indicazioni». Così al momento della fuga, il ristoratore, preparato, aveva già chiamato il 112: i due militari del Radiomobile della Compagnia di Belluno lo attendevano alla porta. Erano le 13.30.
L’ARRESTO
Viste le condizioni psico-fisiche di Francesco Rapisarda i carabinieri chiamano il 118. Sul posto arriva l’ambulanza con la dottoressa che si avvicina al 32enne per soccorrerlo. È allora che lui sferra un pugno al braccio della donna, proprio con quel suo braccio che fingeva di avere malato. Intervengono i militari e si avventa anche contro di loro: svariati calci e pugni mentre cercavano di tranquillizzarlo. Fortunatamente nessuno ha riportato lesioni gravi, ma per Rapisarda sono scattate le manette. Nelle prossime ore è prevista l’udienza di convalida. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino