SAN TOMASO (BELLUNO) - Dopo 136 giorni torna potabile l'acqua delle frazioni basse di San Tomaso Agordino: Avoscan, Roi, La Costa e Sot Colarù con oltre cento persone...
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I FATTI RECENTI
«Da circa due settimane - spiega Francesco Avoscan, portavoce dei paesani - l'acquedotto di Valdort non serve più le frazioni basse di San Tomaso che sono state collegate all'acquedotto proveniente dalle vasche di Val Caldiera, sopra la frazione di Sala. Ufficialmente l'acqua è potabile da ieri (venerdì per chi legge ndr), ma il colore da una decina di giorni lascia parecchio a desiderare. Inoltre, rispetto a prima, abbiamo metà pressione. La preoccupazione è che quando ci saranno i periodi di alta stagione, oppure in periodi di scarse precipitazioni, potranno esserci dei problemi ben più grossi, vale a dire la mancanza d'acqua». «Ecco perché - ribadisce Avoscan - la sorgente Valdort va assolutamente salvata: è un bene prezioso di tutti, sarebbe un peccato andasse perduto. Peraltro le caratteristiche chimiche dell'acqua sono sempre state molto buone. Ma pare che l'Amministrazione la pensi diversamente e questo ci dispiace».
LA PETIZIONE
La petizione a tutela della storica sorgente Valdort, lanciata online da Avoscan attraverso la mail avoscanfranz@gmail.com, ad oggi conta 280 firme. «Possono sottoscrivere il documento anche i non residenti - spiega Avoscan -, è sufficiente essere a favore della salvaguardia e della tutela dell'ambiente. Un tema che sta a cuore a molti: la giovane Greta Tumbergh insegna. Ai primi di maggio consegnerò le firme ad Ato, Bim Gsp e Comune di San Tomaso. Spiace che nell'ambito del progetto di bonifica nell'area a monte della sorgente, quest'ultima sia stata occultata e siano state altresì disattese le prescrizioni date al Comune. Ad affermarlo è la documentazione dell'Usl 1 Dolomiti e dell'Arpav, ottenuta dopo accesso agli atti. Di questo, comunque, spero si pronuncerà la Procura».
Raffaella Gabrieli Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino