Cantano "Bella ciao" in piazza Duomo: il prete li zittisce

Balli bella ciao in piazza duomo
PADOVA  - E’ polemica sul concerto organizzato in piazza Duomo sabato sera: un sacerdote ha bloccato “Bella ciao” chiedendo di non suonare pezzi di...

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PADOVA  - E’ polemica sul concerto organizzato in piazza Duomo sabato sera: un sacerdote ha bloccato “Bella ciao” chiedendo di non suonare pezzi di orientamento politico. Nella stessa piazza, intanto, sabato notte sono scattate 2 multe per violazione del coprifuoco. Erano circa un centinaio i ragazzi che sabato hanno partecipato al concertino autorizzato che si è tenuto nel sagrato della Cattedrale. Un concerto che ha registrato un curioso fuori programma. Come gran finale, infatti, il gruppo musicale ingaggiato dal Comune, ha iniziato a intonare, attorno alle 22.40, quello che è comunemente conosciuto come uno degli inni della Resistenza Italiana, ovvero “Bella ciao”. Un gran finale che non è stato per nulla apprezzato dal direttore dell’Ufficio diocesano per la liturgia e collaboratore della parrocchia del Duomo don Gianandrea Di Donna. Non bisogna dimenticare, infatti, che a concedere l’utilizzo del sagrato è stata proprio al Curia. Il sacerdote, infatti, si è materializzato in piazza e ha avuto parole chiarissime nei confronti dei musicisti.


«Qui, no – ha scandito con voce ferma - Né rosso né nero, qui». Insomma, il messaggio è stato chiaro: a casa nostra niente politica. Un messaggio che è costato qualche fischio a don Di Donna e che ha impedito ai musicisti di concludere il concerto urlando a squarciagola assieme al pubblico: “Bella ciao bella ciao, ciao, ciao e questo è il fiore del partigiano morto per la libertà”. La perfomance del gruppo, infatti, è finita lì, con un quarto d’ora di anticipo rispetto al coprifuoco. 

LA POLITICA
In difesa del sacerdote ieri sera è intervenuto il senatore della Lega Andrea Ostellari. «Don Di Donna ha fatto bene a intervenire – ha commentato l’esponente del Carroccio - Oggi sostenere posizioni di buonsenso richiede coraggio. So che non è facile, ma segna la differenza. Io sto con lui». Ad andare all’attacco ieri è stato il presidente dell’Associazione commercianti del centro storico Massimiliano Pellizzari. «Sinceramente sabato scorso in piazza Duomo abbiamo assistito a scene a cui non avremmo mai voluto assistere – ha scandito Pellizzari – dopo mesi di chiusure e di sacrifici, vedere decine di ragazzi che ballano, bevono e si assembrano come se il virus non esistesse, fa veramente male. La circostanza, poi, che tutto questo abbia potuto accadere in occasione di un concerto autorizzato dal Comune rende tutto più triste».
«Tutti devono rispettare le regole. Mi permetto di ricordare che, in questi giorni, negozi, bar e ristoranti vengono sottoposti, giustamente, a controlli severissimi sul rispetto delle norme anti Covid».


IL BILANCIO


Nonostante le polemiche, però, il bilancio del primo sabato dell’anno con coprifuoco alle 23 è positivo per l’assessore alla Sicurezza Diego Bonavina. «Non mi risulta che ci siamo stati problemi particolari in piazza- ha detto Bonavina – in piazza Duomo i ragazzi hanno assistito ad un concentro regolarmente autorizzato. Se ci fossero state delle criticità, a intervenire sarebbero stati gli agenti presenti nella piazza». «In tutti i casi – ha continuato – La Polizia locale ha effettuato dei controlli sistematici. Nella notte tra sabato e domenica, infatti, 2 persone sono state multate proprio in piazza Duomo per la violazione del coprifuoco. Sempre sabato sera, un giovane è stato sanzionato in piazza Dalla Vecchia all’Arcella perché non portava la mascherina». Anche lo stop a “Bella Ciao” da parte di don Di Donna non sembra preoccupare più di tanto l’assessore. «Non mi hanno informato di questa cosa – ha concluso – in tutti i casi, non mi pare si tratti di un episodio preoccupante». Ieri, invece, per tutta la giornata il centro è stato molto affollato. A essere controllate sono state 25 persone, 40 i locali monitorati. Per un ristorante cinese di corso del Popolo, infine, è scattata la chiusura per 5 giorni in quanto alcune persone stavano mangiando in una sala interna. 
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Il Gazzettino