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MESTRE - Recita l'articolo 6 del Regolamento dello Splendid, condominio in via Cappuccina 181, che "gli appartamenti dell'edificio potranno essere destinati principalmente ad uso abitazione civile". Ma se invece si decidesse di assegnargli un altro destino, questo "dovrà essere consentito dall'assemblea con la maggioranza stabilita" da un altro articolo del Regolamento dello Splendid. Ecco perché anche il tribunale d'Appello Civile di Venezia ha accolto la richiesta della gran parte dei residenti del condominio di via Cappuccina di chiudere il bed&breakfast che il proprietario di un appartamento aveva realizzato al suo interno senza chiedere (nemmeno accennare) un passaggio di cambio di destinazione d'uso delle sue stanze. Ospitando - sottolinea ancora la sentenza di secondo grado - anche più persone di quante avrebbe potuto reggerne l'appartamento.
LA STORIA
Al settimo piano del palazzo che contiene 30 unità immobiliari, nel 2015 un appartamento è stato trasformato in affittacamere per turisti.
L'APPELLO
Lui stesso - senza mai contestare il fatto che nel suo appartamento ci fosse un bed&breakfast - impugnava la sentenza spiegando, tra le altre cose, che non c'era nessun servizio di affitta-camere, che lui non era a conoscenza del Regolamento condominiale e, comunque, la compatibilità dell'affitta-camere con la destinazione ad uso abitativo dell'appartamento. Tesi rimandate al mittente dal giudice di secondo grado che, pur concedendo il beneficio del dubbio sul fatto che l'attività di affittacamere possa essere compatibile con la residenzialità, va considerato quello segnalato dal condominio e cioè il trascinamento delle valigie, porte e finestre che sbattono, vociare anche negli orari di riposo e "la presenza di ospiti in numero superiore ai limiti di capienza dell'immobile". Tutti aspetti risultati "idonei a comprovare la produzione di immissione oltre la tollerabilità», scrive il giudice nella sentenza.
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