Canali a secco, barche e ferry non navigano: dopo 28 anni toccati i -60 di bassa marea

La bassa marea in centro storico
VENEZIA - Se nell'autunno i veneziani sono pronti a indossare gli stivali, percorrere le strade dove ci sono le passerelle e adeguarsi alla vita più "umida"...

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VENEZIA - Se nell'autunno i veneziani sono pronti a indossare gli stivali, percorrere le strade dove ci sono le passerelle e adeguarsi alla vita più "umida" (salvo interventi del Mose) per l'acqua alta, ecco che nei primi tre mesi dell'anno torna la bassa marea. Ieri sono stati toccati i -56 centimetri, un valore che di per sé non è un record, quello che semmai è da analizzare è il contributo metereologico. Il fenomeno dell'acqua alta o l'acqua bassa è la somma di alcune componenti, cioè quella metereologica, di sessa e il moto ondoso, oltre al vento. Ieri la prima di queste misurazioni ha offerto un -60, come spiega il responsabile del centro maree del Comune Alvise Papa: «Per il momento non siamo ancora in una situazione di eccezionalità come numero di minime. Il -60 però era dal 29 gennaio 1994 che non si raggiungeva. Siamo in assenza di venti meridionali, la pressione è mediamente alta e stabile, così la marea ne risente».

Il risultato, ancora una volta, è lo stesso: disagi, che potenzialmente con l'acqua bassa potrebbero esser maggiori. Basta tornare indietro nel tempo, a quel 29 gennaio 1996 che ogni veneziano ha vissuto come una coltellata in pancia, cioè il rogo della Fenice. A causa della bassa marea i vigili del fuoco hanno faticato a raggiungere l'area, non avevano a disposizione sufficiente acqua dai canali e quindi l'incendio ha divorato più di quanto - probabilmente - non sarebbe potuto accadere in caso di marea normale. Anche su questo, Papa offre la sua interpretazione: «Ci sono concrete difficoltà alla navigazione, la viabilità in alcuni canali è preclusa, della Fenice ce ne ricordiamo. È quasi più pericolosa la bassa che la alta per i mezzi di soccorso, perché le ambulanze faticano ad arrivare, i pompieri non hanno acqua dai canali nelle zone non coperte dagli idranti, ma anche tassisti e trasportatori». Si possono quindi verificare problemi legati a ritardi anche nelle consegne. A testimoniare quanto accaduto è la stessa Actv, che si è affidata a Twitter per dare comunicazione del mancato collegamento tra Punta Sabbioni e il Lido. Disagi che l'utenza non ha potuto far altro che scontare pazientemente sia al mattino che alla sera. Attorno alle sette di ieriè apparso il primo messaggio: «Le corse di linea 17 tra P.ta Sabbioni e Lido San Nicolò di questa mattina non vengono effettuate causa bassa marea. Ci scusiamo per il disagio». Mentre alle sedici un altro avviso ha tuonato: «Oggi lunedì 21 marzo 2022, sospensione delle corse serali di linea 17 da Lido San Nicolò per P. Sabbioni e da P. Sabbioni per Lido San Nicolò. Ci scusiamo per il disagio». I numeri fanno riflettere Papa in ottica cambiamenti climatici: «Nei primi tre mesi del 2022 il dato medio è stato di +17 centimetri, mentre lo scorso anno era +31. Questo ci spiega che quando si parla di clima non si può mai prendere come riferimento valori puntuali, ma ci vogliono analisi riferite almeno a 25 anni». Ugualmente, non è semplice effettuare previsioni: «Avere assenza mareale tra gennaio e i primi d'aprile non è eccezionale, nel 2020 fino a maggio non c'è stata un'acqua alta. Quello che è eccezionale è l'assenza per così tanto tempo di precipitazioni sul Veneto». E il motivo è la natura anticiclonica, continua l'esperto: «Tutto è causato dal persistere di aria anticiclonica che devia le precipitazioni al nord, nell'Europa settentrionale». Gigi Giordani, della segreteria nazionale del Psi, accusa: «Il sistema idraulico della città è in tilt. Acqua alta, acqua bassa, non si riesce a vivere e a lavorare. Il Mose è un aiuto, ma non la soluzione. Bisogna tornare urgentemente a scavare i rii per la sicurezza dei cittadini, permettendo una navigazione sicura soprattutto per le emergenze (ambulanze, pompieri e merci). Il sindaco e la giunta provvedano urgentemente individuando subito i rii prioritari e risolvere questo annoso problema utilizzando i finanziamenti della legge speciale e del Pnrr».

 

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Il Gazzettino