Migliorare l'approccio per non trovarsi ancora a rincorrere. Archiviata gara1 dei quarti playoff, che ha visto l'Umana Reyer imporsi 67-57 indirizzando a proprio...
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Il riferimento dell'ala di Bahia Blanca va al 19-2 di primo quarto con cui Trento ha provato a scappare. «Il problema ulteriore è che eravamo molto corti per l'assenza di tanti giocatori» evidenzia Cerella pensando alle assenze di Paul Biligha e Marco Giuri «ed altri non erano proprio in forma ma hanno voluto lo stesso restare in campo» conclude riferendosi al forfait di Stefano Tonut e al problema alla caviglia di Mitchell Watt.
Difficoltà che, come sottolineato da coach Walter De Raffaele, hanno fatto emergere l'identità della Reyer. «Alla fine la squadra si è compattata e siamo riusciti a ribaltare il risultato partendo dalla difesa» spiega il 32enne italo-argentino.
«Dall'energia difensiva siamo ripartiti innescando qualche contropiede e pareggiando l'aggressività di Trento che, come sappiamo, vive su queste folate. Ci siamo fatti trovare pronti a livello fisico e faccio i complimenti alla squadra».
Importante l'apporto di Cerella che, nei 15' sul parquet, ha chiuso con 7 punti (fondamentale la tripla del 62-53 al 39') ma soprattutto tanta intensità difensiva nei ripetuti corpo a corpo coi bianconeri.
«Sono contento perché sono riuscito a esprimere il mio gioco. Però dobbiamo resettare il cervello perché in gara2 ci aspetta un'altra battaglia» che l'Umana dovrà affrontare con maggior attenzione. «Anche durante la stagione ci è capitato di subire dei break importanti. A volte siamo riusciti a ribaltarli, altre no. Purtroppo capita e speriamo di migliorare perché adesso si gioca ogni 48 ore e, se tecnicamente le gare saranno più o meno simili affrontando lo stesso avversario, mentalmente si differenzieranno».
Un plauso Cerella lo rivolge poi a Gasper Vidmar. «Gapi ha fatto la differenza, dominante in entrambe le parti del campo. Ci ha dato la carica e ha ricoperto il ruolo del leader, si è preso responsabilità anche segnando tiri liberi in momenti importanti».
Vinta la prima si volta pagina. «Questo non è uno sprint, ma una maratona. Ora sorridiamo per gara1 ma oggi è un altro giorno. Però è sempre bello partire bene».
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Il Gazzettino