OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - La barriera sta funzionando a pieno ritmo, salvando la Basilica di San Marco dall'acqua alta, ma lasciando una grande pozzanghera all'esterno che ristagna per ore anche quando la marea è scesa. Ormai da inizio novembre questa cintura di lastre in vetro protegge la fabbrica bizantina dalle acque alte intermedie, quello per cui non si alza il Mose. Ma quando la marea scende e anche la Piazza ritorna all'asciutto, una grande chiazza d'acqua rimane per ore davanti alla facciata della Basilica, proprio a ridosso della barriera. Il problema è che le forine per lo scarico sono collocate nello spazio all'interno della barriera, che di fatto resta isolato, perché i panconi che chiudono i cinque varchi d'accesso non vengono abbassati del tutto. Insomma, un problema legato all'utilizzo di un'opera nuova che va perfezionato. E in generale il tema della gestione/manutenzione della barriera resta una questione aperta, da risolvere. Non a caso le imprese del Cvn che hanno eseguito i lavori non hanno ancora rimosso le recinzioni, nonostante i collaudi completati, proprio perché resta da chiarire chi si deve occupare di questa opera dello Stato che salvaguardia un bene del Patriarcato. Se ne parlerà in una riunione ad hoc, fissata al rientro dalle ferie natalizie, tra Provveditorato alle Opere pubbliche, Procuratoria di San Marco, Comune, imprese del Cvn.
LA SUPER-POZZANGHERA
Quella pozzanghera, intanto, l'hanno notata in molti in queste settimane.
IL NODO GESTIONE
Ed ecco il senso della riunione convocata dal Provveditorato per gennaio. Fino ad allora la barriera resterà recintata, in assenza di una consegna formale al soggetto che poi ne avrà la responsabilità, anche rispetto a eventuali atti vandalici. «Noi abbiamo tutto l'interesse che questa barriera funzioni al meglio - sintetizza il primo procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tesserin - Ora si tratta di chiarire chi fa e che cosa». E se la posa dei panconi per la chiusura degli accessi, così come la pulizia delle lastre in vetro, potrebbe toccare proprio alla Procuratoria e al suo personale, resta aperta la questione della manutenzione della parte tecnologica dell'opera, fatta soprattutto di valvole e pompe. Non è questione di poco conto. Qualche anno fa anche il sistema gemello, che garantisce la salvaguardia del nartece, era andato in tilt per la sporcizia che si era accumulata nelle pompe. Così l'acqua era tornata ad aggredire i preziosi marmi, fino a quando non si era provveduto alla manutenzione. Ora, tra le ipotesi, c'è quella di affidare il compito a una impresa con un contratto ad hoc. Qualche preventivo è già stato inviato dalle stesse ditte del Cvn.
MANUTENZIONE ONEROSA
Di certo anche questa manutenzione avrà un costo, tanto più importante quando sarà completato l'intero intervento di messa in sicurezza della Piazza, con il posizionamento di altre pompe e valvole. Un sistema complesso, per il cui completamento ci vorranno anni, ma che poi andrà sottoposto a manutenzione con costanza. Le imprese stanno già facendo delle stime: si va da un minino di 100mila a una massimo di 200mila euro all'anno. Un altro tassello di quel vasto sistema Mose. Altri costi da mettere in conto per la salvaguardia della città d'acqua.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino