Uno al bancone, l'altro ai tavoli: affidato a 2 disabili il primo bar dell'ospedale

Uno al bancone, l'altro ai tavoli: affidato a 2 disabili il primo bar dell'ospedale
JESOLO - Roberto e Fabrizio sono i due baristi che gestiranno il primo bar all'interno dell'ospedale di Jesolo. Il primo starà dietro al bancone, il secondo invece...

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JESOLO - Roberto e Fabrizio sono i due baristi che gestiranno il primo bar all'interno dell'ospedale di Jesolo. Il primo starà dietro al bancone, il secondo invece servirà la clientela al tavolo. Sono entrambi disabili e non a caso sono stati scelti dal Servizio Integrazione Lavorativa (Sil) dell'Ulss4 Veneto Orientale che si occupa appunto dell' inserimento nel mondo del lavoro di persone con handicap.


Fabrizio, 54 anni, di Jesolo, e Roberto, 31 anni, di Caorle, hanno alle spalle varie esperienze lavorative, ma quella di servire gli avventori per il primo è nuova. Fabrizio ha iniziato già oggi a servire i primi caffè ed è orgoglioso perchè accontenta i suoi concittadini. Roberto inizierà invece domani. L'apertura del bar, per la struttura sanitaria, oltre ad essere un servizio importante per la cittadinanza e il personale ospedaliero, ha anche una vocazione sociale dato che impiega disabili affiancati da tutor e da personale del gestore della nuova attività di Jesolmare che già gestisce la spiaggia di Nemo e che si è aggiudicato il servizio nel bando di gara.

La posizione privilegiata dell'ospedale di Jesolo ha permesso di mettere a disposizione della clientela del bar, posto al piano terra del nosocomio, anche un plateatico esterno affacciato sulla spiaggia, dove Jesolmare ha creato un'area 'living' di 70 mq (dentro è di 35 mq) con tavolini e divanetti per fornire il massimo confort.

«Questa novità - osserva il dg Carlo Bramezza - si integra con le attività di turismo sociale che, da due anni, sta coordinando l'Ulss4 ed è in collegamento diretto con la spiaggia di Nemo, nata proprio per le persone disabili e, non è escluso che in futuro, possa diventare anche un servizio direttamente in spiaggia. Auspico quindi - conclude - che questo virtuoso modello di attività che coinvolge pubblico, privato turismo e sociale, sia un esempio da replicarsi anche in altre realtà simili a questa». 
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Il Gazzettino