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TREVISO - Il giorno prima del rogo aveva minacciato di sfregiarla: «Vuoi l’acido in faccia o ti brucio la macchina? Con me o con nessun altro». Il giorno dopo ha ammorbidito i toni, puntando sull’arma della persuasione: «Non sono stato io a incendiare la tua auto. Ma te la ricompro, anzi te ne prendo una più bella se ritiri le denunce e scappi con me». Ci sono però degli indizi pesanti: una tanica di benzina e altri effetti personali ritrovati in una casa abbandonata poco distante dal luogo dell’incendio. Fossero suoi, sarebbero una prova schiacciante. Nella notte tra venerdì e sabato Anna (nome di fantasia) si era trovata con l’auto bruciata sotto casa, in una via laterale dello stadio Tenni. L’intera palazzina era stata evacuata per precauzione dai vigili del fuoco. Della Citroen C3 parcheggiata davanti ai garage era rimasta soltanto una carcassa fumante. La 32enne romena, che fa la barista e ha una figlioletta di 5 anni, non ha dubbi. Fin da subito ha puntato il dito contro il suo ex compagno, un connazionale di 36 anni, ex poliziotto: «Mi perseguita da mesi perché vuole che torni con lui - racconta la donna -. Dopo l’incendio mi ha mandato dei messaggi via Instagram, con altri profili, dicendo che non è stato lui. Vuole rimettere a posto le cose e che fuggiamo insieme. Ma io ho paura che mi ammazzi. Devono arrestarlo e tenerlo in galera». Anche se la polizia non si sbilancia vista la delicatezza del caso, ci sono pochi dubbi sulla matrice dolosa del rogo. Le indagini proseguono per raccogliere tutti gli elementi utili a incastrare il responsabile. Il cerchio si sta stringendo e un ritrovamento fatto nelle scorse ore potrebbe fornire tasselli decisivi. In una casa abbandonata poco distante dal luogo dell’incendio sono state trovate una tanica di benzina, un giaciglio, un coltello e alcuni effetti personali. Saranno le indagini ad appurare se c’entrino con il rogo e se appartengano al 36enne.
RABBIA E PAURA
La barista è ospitata a casa di persone fidate, insieme alla sua bambina.
RELAZIONE TOSSICA
La coppia si era conosciuta su Facebook ed era scattata la scintilla. Ma dietro quella parvenza di amore c’era in realtà una violenza feroce, pronta a scatenarsi. Il 36enne un tempo indossava la divisa: «Era un ex poliziotto che è stato condannato in Romania - dice la 32enne - quando ho scoperto il suo passato ho deciso di troncare definitivamente. Lui però non lo ha mai accettato». Chiamate, messaggi, appostamenti e persino irruzioni nell’appartamento in cui avevano convissuto. L’8 marzo dell’anno scorso l’uomo era piombato nell’appartamento della sua ex e l’aveva minacciata con un coltello da cucina: «Torna con me o ti ammazzo». L’ex poliziotto si era arrampicato sulla grondaia e aveva spaccato una finestra. La donna, superato lo choc, era riuscita a lanciare l’allarme, facendo scattare la caccia all’uomo. La Squadra Mobile lo aveva braccato a Lancenigo, vicino alla stazione ferroviaria. Era stato arrestato per violazione di domicilio e minaccia aggravata e sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla vittima e ai luoghi da lei frequentati. Un provvedimento non più attivo, tanto da lasciargli campo libero.
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Il Gazzettino