Nella Marca 19mila giovani a casa e un intero settore senza personale: nessuno vuol fare il barista, il cameriere o il cuoco

Mancano baristi e camerieri
TREVISO -  Nel commercio manca il personale; nella ristorazione c’è una disperata, quanto vana, ricerca di camerieri o cuochi. Ma la Marca trevigiana vanta il...

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TREVISO -  Nel commercio manca il personale; nella ristorazione c’è una disperata, quanto vana, ricerca di camerieri o cuochi. Ma la Marca trevigiana vanta il triste primato di 19 mila giovani che presentato dalla Cisl, è inevitabilmente ricaduto all’interno della discussione al tavolo Unascom che annovera settori in cronico debito di occupati. C’è una generazione a casa e un intero settore cerca disperatamente lavoratori<WC>: «È molto singolare sapere che, nella nostra provincia, ci sono 19mila ragazzi che non studiano e non lavorano, ma le nostre attività faticano a trovare personale. E il lavoro non manca», sottolinea non senza un certo stupore Dania Sartorato, presidente provinciale Unascom.<WC1> Ma c’è solo l’apatia, il disagio o ci sono condizioni lavorative oggettivamente poco appetibili? A questa domanda cercano di rispondere il referente nazionale Fipe Roberto Calugi<WC> oltre alla stessa<WC1> Sartorato. <WC>

LE RISPOSTE
«<WC1>Credo che tre siano i motivi per cui il comparto della ristorazione fatica con il personale - argomenta Calugi - l’incertezza di questi ultimi due anni, tra chiusure e riaperture, non dava la necessaria sicurezza a chi avrebbe voluto lavorare perchè c’era sempre il rischio che ad un certo punto il locale fosse costretto a ridurre la produttività<WC>. E quindi, potendo scegliere, andavano a lavorare in altri settori»<WC1>. Ma il Presidente nazionale Fipe spiega anche come <WC>«<WC1>le nuo<WC>v<WC1>e generazioni siano men<WC>o<WC1> propense a lavorare durante i festivi e nei fine settimana, motivo per cui la ricerca di personale non è semplice. Non è una critica<WC>,<WC1> ma un’evoluzione del mercato su cui dovremo cercare di trovare un punto d’incontro<WC> e fare delle riflessioni»<WC1>. <WC>

GLI AIUTI


<WC1>Sulla questione relativa alle condizioni lavorative, Fipe risponde che viene applicata un<WC>a<WC1> tariffa nazionale<WC>:<WC1> <WC>«<WC1>Mi permetto di porre anche il tema del reddito di cittadinanza<WC> <WC1>- conclude Calugi<WC> <WC1>- che spesso non rappresenta uno sprone ad iniziare attività impegnative e faticose come quelle nel settore della ristorazione o della somministrazione<WC>»<WC1>. Ma il problema si allarga a macchia d’olio. Perchè il problema della ricerca del personale riguarda un’ampia fetta di settori. Si tratta di capire come incrociare forza lavoro e mercato, come avvicinare un’intera generazione che non p<WC>e<WC1>rcepisce uno stipendio al mondo del lavoro. <WC>«N<WC1>oi facciamo fatica a trovare personale<WC> - ribadisce Sartorato -<WC1> ma anche macellai, banconieri, negozi. Un po’ tutte le categorie soffrono di questo. <WC>È<WC1> un tema importante con ricadute economiche e sociali evidente<WC>»<WC1>. La nuova Presidente Unascom ritiene che il gap vada presto colmato<WC>:<WC1> <WC>«<WC1>Ora ci aspettano nuove sfide, prima fra tutte la risposta concreta alle esigenze occupazionali che si scontra con un problema formativo e con alcuni atteggiamenti dei giovani<WC>.<WC1> <WC>O<WC1>ccorre una nuova alleanza per costruire un mercato del lavoro che riporti al centro le esigenze delle persone e il futuro delle imprese, ripartendo da competenze e costi del lavoro più accettabili.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino