Belluno. Il Bar La Miniera chiude, resta solo la ricevitoria

Massimo Barel. Il Bar La Miniera chiude, resta solo la ricevitoria
BELLUNO - Massimo Barel ha lasciato il bancone del Bar La Miniera. Il locale di piazza Santo Stefano da sabato è chiuso. Non verranno più serviti caffè...

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BELLUNO - Massimo Barel ha lasciato il bancone del Bar La Miniera. Il locale di piazza Santo Stefano da sabato è chiuso. Non verranno più serviti caffè né aperitivi, non ci saranno brioche né pranzi veloci, gli affezionati potranno continuare a fare riferimento al piccolo esercizio solo per l'attività di ricevitoria che continuerà a funzionare con gli orari di sempre.


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Barel invece, dopo una gestione durata tre anni e otto mesi, sabato ha appeso la tazzina al chiodo e lascia il locale per dedicarsi anima e corpo solo all'altra creatura che ha preso in gestione da qualche anno, la Caffetteria Goppion di piazza dei Martiri. Al Miniera ho dato e fatto tanto commenta -, ma non sono stato solo.  Ringrazio chi con me ha portato avanti la baracca a partire da tutte le mie collaboratrici. Potrei ringraziare all'infinito elencando le persone che sono state clienti fedeli e venivano al locale perchè si sentivano a casa. La mia avventura prosegue dove è iniziata più di un anno fa, in Caffetteria Goppion, e dove avrò le stesse attenzioni e la stessa voglia di bere un caffè, di fare una pausa pranzo o un aperitivo insieme a voi. Vado avanti per la passione che ho verso il mio lavoro e sopratutto per la riconoscenza e gli apprezzamenti dei clienti. La vita è una e il tempo scorre inesorabile. Per lavorare bene occorre avere anche del tempo per sé stessi. Nel suo lungo commiato dal Bar Miniera, Barel ricorda anche chi ha visto, salutato e servito quasi quotidianamente per i tre anni e gli 8 mesi passati nel bar, fino a sentirlo come una presenza familiare: i professori del vicino Istituto Leonardo Da Vinci, dipendenti dell'Inps, della Cgil, delle Generali e tutti i commercianti del microcosmo di piazza Santo Stefano e delle vie vicine.
A.Tr. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino