Bancarotta Sacaim, l'ex titolare dovrà risarcire un milione di euro alla società

Pierluigi Alessandri
VENEZIA - Per prima cosa ha risarcito la società Sacaim, di cui un tempo era titolare, restituendo circa un milione di euro ai commissari che oggi curano l'impresa di...

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VENEZIA - Per prima cosa ha risarcito la società Sacaim, di cui un tempo era titolare, restituendo circa un milione di euro ai commissari che oggi curano l'impresa di costruzioni in amministrazione straordinaria: soldi che erano stati trasferiti in Svizzera su un conto personale cifrato. Quindi, ieri mattina, Pierluigi Alessandri, 70 anni, ha chiesto e ottenuto il patteggiamento di dieci mesi e venti giorni di reclusione per il reato di bancarotta per distrazione. La sentenza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari Roberta Marchiori, sulla base dell'accordo raggiunto tra il sostituto procuratore Stefano Ancilotto e il difensore del noto imprenditore veneziano, il professor Loris Tosi.


La Procura contestava all'ex socio di maggioranza e amministratore unico di Sacaim di aver distratto o comunque dissipato parte del patrimonio della società «concorrendo a cagionarne il dissesto con conseguente dichiarazione di insolvenza e sottoposizione a procedura di amministrazione straordinaria», avvenuta nel 2011.

In particolare, sotto accusa sono finite una serie di fatture emesse tra il 2006 e il 2009, per un totale di poco meno di un milione di euro, a fronte di operazioni oggettivamente inesistenti in quanto derivanti da un contratto fittizio di  irrevocabile acquisto di crediti commerciali insoluti della Sacaim, intercorso con la società Woodrow McKinney & Company Llc. Tali somme, sottratte alla garanzia dei creditori dell'impresa di costruzioni, secondo la Procura erano state in realtà trasferite su un conto personale cifrato in Svizzera facente riferimento all'ingegner Alessandri. Il tutto attraverso un meccanismo di retrocessione estero su estero. Lo stesso meccanismo utilizzato ampiamente nello scandalo Mose per riuscire a mettere assieme ampie provviste di denaro in nero.

In passato Alessandri, interrogato nell'ambito delle indagini sul sistema corruttivo che ruotava attorno al Consorzio Venezia Nuova, riferì di avere a sua volta utilizzato lo stesso metodo per procurarsi il contante necessario a pagare mazzette, nonché ammettendo di aver versato somme di denaro all'allora presidente della Regione, Giancarlo Galan e all'assessore Renato Chisso, con l'obiettivo di entrare nella cerchia degli imprenditori amici e partecipare agli appalti della Regione. Lo scorso novembre, al processo in corso davanti al Tribunale di Venezia, ha spiegato di aver realizzato gratuitamente una serie di lavori di ristrutturazione della villa di Galan; opere per le quali ora è imputato l'architetto di fiducia dell'allora governatore, il padovano Danilo Turato.


Inizialmente l'ingegner Alessandri era finito sotto inchiesta anche per le violazioni fiscali relative al trasferimento in Svizzera di ingenti somme di denaro, ma dal punto di vista penale non è punibile in quanto ha usufruito dello scudo fiscale con il quale ha regolarizzato la sua posizione. Dopo aver lasciato Sacaim, l'imprnditore ora si occupa di consulenze per varie aziende.
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Il Gazzettino