Bancarotta fraudolenta: dissesto da oltre 6 milioni di euro, denunciati padre e figli titolari di una ditta di cantieristica navale

Bancarotta fraudolenta: dissesto da oltre 6 milioni di euro
TREVISO - Padre e figli accusati di bancarotta fraudolenta. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso le indagini relative al fallimento di una...

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TREVISO - Padre e figli accusati di bancarotta fraudolenta. Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso le indagini relative al fallimento di una società di Preganziol, attiva nel settore della cantieristica navale, denunciando alla Procura della Repubblica di Treviso per bancarotta fraudolenta, aggravata dal danno di rilevante entità, i tre amministratori dell'azienda (un 71enne e i due figli, di 50 e 49 anni), ritenuti responsabili di un dissesto quantificato in oltre 6 milioni di euro.

L'attività esercitata dalla società, che si avvaleva di figure specializzate come carpentieri, saldatori e tubisti, consisteva nella fornitura di lavorazioni di carpenteria metallica, manutenzione e montaggio per ditte terze, prevalentemente in cantieri navali e stabilimenti metallurgici in Emilia-Romagna, Toscana e Puglia. Le investigazioni, svolte dalla Compagnia di Treviso, hanno permesso di accertare che i tre amministratori hanno prelevato dai conti societari, per finalità estranee all'attività dell'azienda, liquidità per oltre 6 milioni di euro, facendole figurare come "sopravvenienze passive", e hanno incassato indebitamente 450 mila euro di crediti esistenti al momento del fallimento, dichiarato nel 2018 dal Tribunale di Treviso, impedendo così che le somme potessero essere destinate a soddisfare i creditori dell'impresa. Dagli accertamenti dei finanzieri trevigiani è emerso anche che i tre indagati, consapevoli dello stato d'insolvenza della società risalente al lontano 2013, anziché ricorrere agli strumenti legali di risoluzione della crisi, hanno proseguito l'attività economica, accumulando ulteriori debiti e aggravando il dissesto, fino a condurre la società al fallimento. I denunciati, peraltro, al fine di nascondere le distrazioni e impedire al curatore fallimentare di ricostruire la reale situazione patrimoniale, economica e finanziaria della società, hanno reso inattendibili le scritture contabili, occultandone una parte.

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Il Gazzettino