Direttore di banca suicida, condannata l'amante russa

Direttore di banca suicida, condannata l'amante russa
Quasi 300mila euro di operazioni pirata, soldi fatti transitare attraverso conti correnti di ignari clienti della banca su cui finivano smobilitazioni di investimenti. Tutti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quasi 300mila euro di operazioni pirata, soldi fatti transitare attraverso conti correnti di ignari clienti della banca su cui finivano smobilitazioni di investimenti. Tutti ignari meno lei, la bella russa con cui il direttore della filiale di Volpago della Banca Popolare di Verona avrebbe avuto una liason amorosa e clandestina e che, secondo le ipotesi della Procura di Treviso che l'ha indagata per riciclaggio, avrebbe messo a disposizione il suo conto corrente per far sparire e riapparire 280mila euro.

 Poco dopo essere stato scoperto e essersi giustificato dicendo di aver voluto aiutare una persona, Gianni Daniel, il 54enne direttore della filiale, si toglie la vita. Era il luglio del 2016. Ieri mattina la donna, Cristina Magala, 34 anni, è stata condannata in primo grado a 1 anno e 10 mesi con la sospensione della pena. Il pubblico ministero Davide Romanelli aveva chiesto tre anni di reclusione. Alla banca, che si era costituita parte civile, è stato riconosciuto un risarcimento di 280mila euro che non è immediatamente esecutivo. SEGRETI E BUGIE A svelare questa storia di segreti e bugie nella filiale di Volpago della Popolare di Verona è un controllo interno all'istituto di credito che viene avviato dopo aver registrato discrepanze nei conti correnti di alcuni clienti dei quali Daniel si occupava personalmente, gestendo i loro investimenti e i pacchetti azionari. Le indagini appureranno che il 54enne faceva transitare denaro nel conto corrente della donna russa, da cui poi prelevava in maniera quasi compulsiva con una tessera bancomat. Ma il giro di soldi avrebbe riguardato anche altri conti correnti su cui il direttore muoveva denaro per poi intascarselo. Uno in particolare, di cui è titolare una anziana che non ha il bancomat. I controlli vanno allora a esaminare le riprese delle telecamere alla macchina di prelevamento della filiale e ci si accorge che, negli orari in cui la cliente senza tessera avrebbe fatto dei prelievi, a utilizzare il bancomat è proprio il direttore. Ancora prima della denuncia le indagini interne portano alla immediata sospensione dal servizio di Daniel. Poco dopo il suicidio. Alla famiglia il 54enne non dice nulla della sospensione e racconta invece di aver preso qualche giorno di ferie. Una mattina esce di casa con la scusa di dover fare dei lavoretti in un altro immobile di sua proprietà. Poi di lui non si sa più nulla fino a quando non viene ritrovato impiccato. Quando la Procura che indaga sul caso chiede l'archiviazione la banca si oppone e il gip dispone che vengano compiute nuove indagini, che svelano il giro di denaro e mettono nei guai la bella russa. Denis Barea
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino