MILANO - «Due banche che erano praticamente fallite e sono ancora adesso in situazioni disastrose. Con 4 miliardi a luglio avremmo risolto tutte le crisi bancarie. Noi...
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Il manager non ha mancato di togliersi dei sassolini: «Questa cosa della svalutazione mi fa imbestialire, c'è una lungimiranza pari a zero. Investi in una banca fallita e dopo sei mesi svaluti». Così Penati ha commentato la decisione di alcuni investitori di svalutare la propria partecipazione nel fondo Atlante. A chi gli chiedeva se ritenesse di avere il supporto delle banche che hanno sottoscritto il fondo, Penati ha replicato tagliando corto: «Macchè supporto, mi votano contro». Parlando a lungo con i giornalisti a margine di un convegno, il numero uno di Quaestio ha poi invitato a valutare quanto varrà «tra tre anni» la banca che nascerà dalla fusione tra la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, quando avvrà «i ratio migliori d'Italia».
«Noi dobbiamo restare azionisti e rimanere al controllo - ha aggiunto Penati -. La ricapitalizzazione precauzionale» da parte dello Stato «è un intervento temporaneo e di minoranza per permettere di eseguire il piano e dare le garanzie alla Bce». L'intervento precauzionale dello Stato è comunque ormai più che probabile, dato che «la Bce vuole la garanzia che il piano sia totalmente finanziato dall'inizio e abbia altissime probabilità di successo». Penati ha sottolineato che nell'autorizzare la fusione tra i due istituti la Bce si giocherà parte della sua credibilità, e per questo vuole garanzie chiare, e ha sottolineato comunque che nella vicenda delle banche venete Atlante ha trovato «più supporto a Francoforte che in Italia». I dettagli del piano rilancio della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che prevede la fusione tra i due istituti, saranno noti entro fine febbraio, mentre l'aggregazione potrebbe concretizzarsi a settembre, ha annunciato Penati: «Se la chiudiamo per inizio settembre, cioè in un anno, credo sia un record». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino