CASIER Spegnere le luci. Far cessare i rumori. Il Comune di Casier ha decretato una sorta di blocco delle manifestazioni che si tradurrà, il giorno del funerale, in lutto...
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L’ADDIO
Secondo lo schema di Contarina infatti a Tommaso avrebbe dovuto essere assegnato un loculo a terra. Ma la famiglia desiderava un altro luogo e soprattutto un’altra posizione, trovata poi grazie all’interessamento degli uffici. «Ora stiamo organizzandoci per il funerale del piccolo. Lunedì avremo la data e con il parroco di Dosson pensiamo di tenere la cerimonia nel giardino adiacente la chiesa, in modo da consentire a quanti lo vorranno di seguire in sicurezza le esequie» prosegue Carraretto. Il contatto con la famiglia è strettissimo. Ma non per dovere istituzionale. «Tutti noi abbiamo preso a cuore questa vicenda come se si trattasse di persone di famiglia. Sono ragazzi splendidi così come i loro genitori. Nessuno merita di soffrire così». Il dramma della famiglia Tiveron si è consumato in una manciata di minuti mercoledì intorno alle 20. Papà Gianni e mamma Valentina si trovavano con i bimbi nella nuova casa di via IV novembre per continuare il trasloco. Tommaso, in cortile, ha forse - secondo il racconto del padre - cercato di avvicinare le due ali del cancello di ferro che sembravano socchiuse. Una delle due lastre dell’impianto, ancora manuale, è uscita dalla guida e ha schiacciato il piccolo. Da subito le sue condizioni sono sembrate gravissime: l’arrivo dei nonni, il trasporto in elisoccorso al Ca’ Foncello e una delicatissima operazione alla testa non hanno mai autorizzato davvero la speranza di un finale diverso.
IL DOLORE
Gianni, artigiano acconciatore titolare del Cut, il salone di parrucchiere in centro a Dosson, e Valentina, tipografa, hanno atteso per quasi due giorni insieme a Tommy nel reparto di terapia intensiva, circondati dall’affetto e dall’apprensione di un’intera comunità. Poi venerdì, quando tutto si è compiuto, hanno lasciato l’ospedale completamente svuotati. «Credo abbiano bisogno anche di parlare, di dare una forma alle cose - aggiunge il sindaco - non sono uno psicologo ma da uomo e da padre penso sia così. Cerchiamo di essere con loro, a volte anche solo con il silenzio per dare ascolto e comprensione». Gianni e Valentina hanno un secondo figlio di due anni. «Dobbiamo essere saldi per lui. Il nostro piccolo deve poter continuare a contare su di noi. Ed è l’unica cosa che in questo momento ci dà un minimo di forza» ripetono. La tragedia si è consumata in quella che doveva essere un’oasi: la casa tanto desiderata, costruita pezzo su pezzo con dedizione. Un luogo sicuro, provvisto di agibilità, pronto per essere vissuto. Cosa sia accaduto in quel cortile, e di quali fermi forse sprovvisto il cancello, è quanto gli inquirenti stanno cercando di stabilire. Ma parallelamente questi sono i giorni in cui metabolizzare, dare un senso a un dolore troppo grande. Per questo l’abbraccio virtuale della comunità si esprime in un rispettoso volume basso che diventerà presto lutto cittadino. © RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino