A 10 anni va a scuola con il velo integrale, «Attivati i servizi sociali per un controllo sulla famiglia»

L'assessore all'istruzione Alberto Parigi ha inviato una lettera formale alle dirigenti scolastiche per conoscere i dettagli e individuare la famiglia

A 10 anni va a scuola con il velo integrale, «Attivati i servizi sociali per un controllo sulla famiglia»
PORDENONE/UDINE - «Ho scritto una lettera formale alle quattro dirigenti dei comprensori scolastici della città affinché segnalino, dopo aver parlato con il...

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PORDENONE/UDINE - «Ho scritto una lettera formale alle quattro dirigenti dei comprensori scolastici della città affinché segnalino, dopo aver parlato con il loro corpo docente, quando e dove è accaduto il fatto che ha visto una bambina delle elementari andare a scuola a Pordenone con il niqab». A parlare è il vicesindaco Alberto Parigi, nonché assessore all’Istruzione. Ieri mattina, infatti, le quattro dirigenti scolastiche, subito contattate dal Comune per sapere nel dettaglio come erano andate le cose, non hanno saputo rispondere. «Ci hanno spiegato - va avanti Parigi - che non ne sapevano nulla. Potrebbe essere che la maestra che ha agito bene in quella situazione, non abbia poi ritenuto di informare la sua dirigente. È chiaro, però, che un fatto del genere, se sarà confermato, deve avere un seguito».


ASSISTENTI SOCIALI
«Il fatto che i genitori abbiamo accolto subito la richiesta della maestra di togliere il niqab alla bambina è senza dubbio un fatto positivo - spiega ancora il vicesindaco - , ma è anche evidente che sarà necessario capire in quale ambito culturale e sociale vive la famiglia. Per questo, una volta che avremo la conferma che il fatto sia accaduto e il nome, toccherà ai servizi sociali fare una verifica. Per questo - conclude - ha inviato la lettera formale che di fatto apre un procedimento».


IL SINDACO
Ma è anche il primo cittadino Alessandro Ciriani a scendere in campo su questa questione che - da quanto si è saputo - interesserebbe una delle scuole del centro città e nel dettaglio una bambina di 10 anni, nata in Italia con la famiglia di origini africane. C’è da aggiungere inoltre che il niqab è un velo utilizzato dalla comunità islamica femminile che copre la donna completamente, lasciando fuori solo gli occhi. «La prima cosa - attacca Ciriani - è legata a un chiarimento normativo che si rende necessario, perché anche i dirigenti scolastici brancolano un po’ nel buio. Se si leggono le normative relative al caso specifico, ci si accorge che sono facilmente interpretabili. Qualcuno potrebbe pure affermare che il niqab è giustificabile per questioni religiose, di integrazione o di altro tipo. Serve quindi chiarire in maniera definitiva e non più ambigua che a scuola non si deve andare con il viso coperto. Parlerò nelle sedi opportune per far andare avanti questa cosa».


AMBIENTE CULTURALE
«L’aspetto, però, che a me preme sottolineare è che una volta individuata questa bambina - anche se poi sembra che la maestra sia intervenuta subito facendo togliere il niqab - sarà da affrontare la questione culturale ed educativa. Una bimba di 10 anni che viene a scuola non può portare un velo che le copre l’intero volto, perché è esattamente il contrario della politica di inclusione e integrazione che noi cerchiamo di portare avanti nei confronti delle persone straniere che devono necessariamente adattarsi a quelle che sono le regole del vivere civile. Una bambina che ha il volto velato, ovviamente, sarà una bambina discriminata, una bambina che non potrà socializzare. Da questo punto di vista - va avanti il sindaco - la cosa che mi preoccupa non è che a Pordenone, con la presenza di islamici che fanno portare i niqab alle bambine, qualcuno si possa far saltare in aria in piazza XX Settembre, ma la mia preoccupazione è che in quei microcosmi che noi non conosciamo e che sono gli appartamenti e le abitazione di queste persone, si svolga esattamente il contrario di ciò che noi predichiamo».


LA LIBERTÀ
«Ossia - spiega ancora il primo cittadino - che deve essere consentito a una bambina o a una ragazza di vivere come meglio ritiene, e quindi di poter sfruttare le immense opportunità che offre una democrazia. Tutto quello, insomma, per cui si combatte, come le pari opportunità, l’emancipazione femminile e mi auguro che su questo punto siamo tutti d’accordo, maggioranza e opposizione. In questo Paese viene offerto un ventaglio di opportunità, di libertà, di crescita, di emancipazione, di sviluppo, di realizzazione della propria esistenza che deve poter essere sfruttato».

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IL VELO


«Il niqab, invece - conclude Ciriani - a una bambina di 10 anni significa fare a pezzi tutte queste opportunità. E questo, quindi, sarebbe inaccettabile. Quando scopriremo chi è la bambina vedremo di approfondire maggiormente la situazione con la sua famiglia perché è un evidente caso regressivo rispetto a quello che dovrebbe essere il rapporto tra il nostro Paese, la nostra città, rispetto alle comunità straniere che ci vivono».

 

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Il Gazzettino