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UDINE - Tre deleghe e due assessorati alla coalizione di Marchiol, oltre all'impegno su quattro punti chiave. È il "controvalore" (se ci si passa la crudezza del linguaggio mercantesco) dell'accordo politico siglato ieri dal candidato sindaco Alberto Felice De Toni con il fondatore di Spazio Udine, forte di un preziosissimo 9,24% ottenuto al primo turno. L'apparentamento, a cui inizialmente sembrava puntare Marchiol, d'altronde, avrebbe costretto la coalizione di De Toni a cedere tre seggi in consiglio, cosa che avrebbe condizionato non poco gli equilibri interni. E quindi accordo è stato.
ASSESSORATI
Nel documento - con i simboli di Spazio Udine, M5S e Udine città futura - firmato ieri dall'ex rettore e da Marchiol, si legge infatti che per realizzare i quattro impegni condivisi (sinteticamente, almeno un progetto per quartiere, una rivisitazione di strade e piazze scolastiche a partire dalla pedonalizzazione di piazza Garibaldi, un sistema ciclabile reale che non passi per le ciclopedonali, una riorganizzazione dei parchi, soprattutto nell'area verde del quartiere Aurora), si ritiene «opportuno che deleghe specifiche inerenti i lavori pubblici, la mobilità, la partecipazione, debbano essere oggetto di referati guidati dalla coalizione» di Marchiol. Ma sui due assessorati De Toni non si sbilancia: «Noi facciamo una convergenza sul programma, poi il numero di assessorati è un fatto tecnico che concorderemo insieme. Altrimenti va a finire che è uno scambio di poltrone, la solita questione. La verità è che siamo partiti dai temi e questi sono i temi centrali». E poi: «Marchiol ormai è un professional, un esperto di questi ambiti, e lo terremo ben presente». Ma anche: «Se vinceremo faremo un ragionamento con i partiti, con tutte le liste per quanto riguarda le deleghe. Lo spettro è ampio. Ma pacta sunt servanda». «Avendo la coalizione in sé il 9,3% a cui tutti e due i candidati al ballottaggio guardavano, non poteva valere un solo assessorato», nota Cristian Sergo (M5S) a margine. In particolare ai pentastellati piace la delega alla partecipazione, «che è sinonimo di 5 Stelle»: «Il fatto che alla nostra coalizione venga riservata quella delega è per noi motivo di soddisfazione visto che ne abbiamo parlato per 10 anni». C'è chi parla di qualche maldipancia fra i detoniani per il doppio possibile referato, ma Federico Pirone smentisce: «Non è vero, siamo contentissimi». E anche Carlo Giacomello (Pd), che forse sui lavori pubblici avrebbe potuto farci un pensierino, taglia corto: «Gli accordi sono accordi. L'importante è vincere con De Toni».
Marchiol non ha nascosto «le assonanze, ma anche le distanze» iniziali fra le due coalizioni, ma, ha aggiunto, «questo è un grande valore aggiunto per costruire il dibattito pubblico più sano» e ha spinto sul «valorizzare le assonanze e fare squadra in un'ottica di complementarietà».
Il Gazzettino