BADIA POLESINE - Trenta milioni di euro, finanziati dal ministero delle Infrastrutture tramite il Pnrr, per rimettere a nuovo una fondamentale arteria irrigua del Polesine....
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PROGRAMMAZIONE
«Se si fanno le opere necessarie a mettere in sicurezza il territorio - ha detto il presidente Zaia - si è in grado di fronteggiare l’emergenza quando si questa presenta. Dei 23 bacini di laminazione previsti dopo l’alluvione del 2013, a oggi tredici sono già operativi, tra cui quello di Caldogno che ha “salvato” Vicenza nei giorni scorsi, ma va sottolineato che ci sono voluti dieci anni per mettere a terra le risorse. Il Veneto, a differenza di altre regioni, ha sempre utilizzato tutti i fondi comunitari. Servirebbe un meccanismo per introdurre l’over booking sui fondi in modo che chi non riesce a utilizzare le risorse assegnate, possa restituirle per rimetterle a disposizione delle realtà che invece riescono a impiegarle. Non penso a una “dittatura” delle opere pubbliche, ma serve rispetto per chi fa le opere e per la sicurezza dei cittadini».
Tante le autorità e i cittadini presenti ieri a Badia per la cerimonia di avvio dei lavori di ristrutturazione del canale con un incontro sul tema “Nuovi scenari per il Polesine. Ricostruire il futuro”. In epoca di cambiamenti climatici e di necessità di efficientare la rete idraulica del Paese, hanno sottolineato i vari interventi, quest’opera acquisisce un valore simbolico che va oltre l’aspetto territoriale. Tra i partecipanti: Elisabetta Pellegrini, coordinatrice della Struttura Tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture; il presidente nazionale di Anbi Francesco Vincenzi; l’assessore regionale al Territorio Cristiano Corazzari, la segretaria generale dell’Autorità Distrettuale di Bacino delle Alpi Orientali Marina Colaizzi; i rappresentanti delle organizzazioni agricole regionali.
DIECI COMUNI INTERESSATI
L’intervento sull’Adigetto dovrà essere completato entro il 2026 e ne beneficeranno dieci comuni, i cui sindaci erano tutti presenti ieri a Sperone Bova: oltre a Badia Polesine, Lendinara, Fratta, Villanova del Ghebbo, Costa, Rovigo, Ceregnano, Villadose, Adria e Pettorazza Grimani. Il traguardo è doppio: ripristinare la sicurezza idraulica e rendere più efficiente la capacità di invaso a scopi irrigui sui quasi 67 chilometri tra Bova di Badia, dove nasce, e Botti Barbarighe. «Le sponde dell’Adigetto saranno sistemate - ha spiega il presidente del Consorzio di Bonifica Adige Po, Roberto Branco - e con l’informatica e l’elettronica si arriverà a un efficiente ed efficace utilizzo delle risorse idriche». Risaliva agli anni 70 l’ultimo intervento di questa portata sul canale, che è il collettore irriguo principale nel comprensorio (esteso 121.150 mila ettari) presidiato dal Consorzio di bonifica Adige Po, con 1.700 chilometri di rete idraulica gestita, nella canalizzazione secondaria tra Adige e Po, dall’Alto Polesine a Loreo. I quattro lotti, suddivisi per esigenze di affidamento, avranno poi un forte indotto per lo sviluppo delle imprese locali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino