Badante nei guai per riciclaggio: sul conto corrente e su una prepagata transitati quasi 30mila euro

PADOVA - Sul suo conto corrente bancario e su una carta prepagata Superflash sarebbero transitate ingenti somme di denaro non dovute e poi interamente prelevate. Una badante...

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PADOVA - Sul suo conto corrente bancario e su una carta prepagata Superflash sarebbero transitate ingenti somme di denaro non dovute e poi interamente prelevate. Una badante moldava di 38 anni, residente ad Albignasego, rischia ora una pesante condanna. A conclusione del processo davanti al tribunale collegiale, il pubblico ministero Maria D’Arpa ha sollecitato una pena di tre anni di reclusione oltre a 4.500 euro di multa. Il 9 ottobre prossimo la parola passerà alla difesa, rappresentata dagli avvocati Barbara Crivellari e Leonardo Massaro. Poi la sentenza.

L’ACCUSA

Secondo l’accusa M.B. - queste le iniziali dell’imputata - sarebbe il braccio operativo di non meglio identificati pirati informatici. Si tratta di individui che sperimentano con profitto la cosiddetta tecnica “man in the mail” assicurandosi guadagni ragguardevoli. Riescono a violare le caselle di posta elettronica di aziende e società, intercettano fatture e inviano solleciti di pagamento sostituendo l’iban corretto con uno di comodo. Tre gli episodi contestati alla badante. Il primo risale al 26 marzo di cinque anni fa. Si tratta di un bonifico dell’importo di 9.750 euro effettuato da un imprenditore di Melzo, nel milanese, ma mai giunto a destinazione, ovvero ad una società di Treviglio, nel bergamasco. Attraverso un’illecita intercettazione di posta telematica, con sostituzione del reale destinatario, la somma di denaro sarebbe finita sul conto corrente bancario intestato alla donna. Episodio simile pochi giorni dopo. Il bonifico dell’importo di 13.800 euro, effettuato il 3 aprile 2018 da un altro imprenditore, con destinazione una ditta di impianti di Palermo, sarebbe finito anch’esso sul conto della badante. La donna è accusata di aver ostacolato l’identificazione della provenienza delittuosa di quella somma di denaro, poi finita in parte su un altro conto a lei intestato e in parte prelevata presso vari sportelli bancari tra Vicenza, Verona e Brescia. Il terzo addebito mosso a M.B. riguarda un bonifico di 5.360,41 euro eseguito il 21 marzo 2018 da un calzaturificio della provincia di Caserta in favore di una società con sede a Fucecchio (Firenze). Il denaro sarebbe stato dirottato su una carta prepagata rilasciata alla trentottenne con il solito meccanismo di intercettazione di posta telematica e sostituzione dell’iban. In questo caso i soldi sarebbero stati in parte prelevati in contanti, in parte dilapidati in sale da gioco. La badante ha sempre respinto con forza le accuse. Sostiene di essere sempre stata tenuta all’oscuro di quelle transazioni. Ha spiegato di essere a sua volta vittima di un uomo, un connazionale con cui aveva avuto una relazione, che avrebbe compiuto personalmente le operazioni truffaldine avendo la disponibilità del conto corrente bancario e della carta prepagata a lei intestati. Per la pubblica accusa, che ha modificato l’impostazione originaria di truffa informatica in concorso con ignoti, la donna deve essere comunque condannata per il reato di riciclaggio. Due delle vittime si sono costituite parte civile reclamando il risarcimento del danno.

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Il Gazzettino