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ALBIGNASEGO - Il caso è chiuso. O meglio, i casi sono chiusi. Perché due sono le baby gang che nelle notti dell’ultimo mese hanno colpito nel quartiere di San Tommaso con una serie di atti vandalici. A decretarlo è il sindaco di Albignasego, Filippo Giacinti, che ha spiegato come le azioni siano state di diversa natura.
Dopo l’individuazione dei due minori che avevano saltato sulle auto in sosta infrangendone un lunotto e offeso e picchiato una coppia di ragazzi, a restare insoluto era l’episodio relativo al parco centrale di San Tommaso, preso di mira da un altro gruppo che lo ha imbrattato e deturpato nella tarda serata del 5 giugno, esattamente sotto l’occhio vigile delle telecamere di sorveglianza. «Grazie ai carabinieri – spiega il sindaco – abbiamo individuato, anche utilizzando le immagini delle telecamere comunali, gli autori degli atti vandalici e degli episodi di bullismo, seppur isolati. Per quanto riguarda le scritte nel parco di San Tommaso, si è trattato di una bravata subito confessata ai genitori che si sono prontamente attivati per pagare la sanzione ed eliminare le scritte, dimostrando serietà e collaborazione».
I GENITORI
Collaborazione che fin da subito l’amministrazione e le forze dell’ordine hanno richiesto agli abitanti del quartiere dicendo di segnalare situazioni che si potessero ritenere sospette.
LA PREVENZIONE
Un momento che ha sorpreso tutti gli incaricati che hanno visto per la prima volta i volti responsabili del fattaccio. «Il Comune sta facendo la sua parte, non solo mettendo a disposizione dell’Arma le immagini delle telecamere, tutte rinnovate, ma anche incrementando i controlli nei parchi, anche in borghese, con specifici servizi di prevenzione e antibullismo coordinati con gli stessi Carabinieri, informando sui contatti in caso di necessità», continua il sindaco riferendosi al neonato Nucleo di Prevenzione e Antibullismo (e-mail: polizia.locale@unionepratiarcati.it, tel. 049 8042296, o per segnalazioni WhatsApp 348 0175521).
«Sono episodi che purtroppo accadono in ogni città - continua Giacinti - per fortuna da noi riconducibili a poche unità di giovani “difficili” che dobbiamo cercare di aiutare prima che intraprendano strade senza ritorno, ma a cui dobbiamo soprattutto impedire di nuocere ai loro coetanei o danneggiare beni pubblici e privati».
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Il Gazzettino