Il baby gigolò dimostrava 18 anni: foto e "sondaggio" scagiona i 4 clienti

Il baby gigolò dimostrava 18 anni: foto e "sondaggio" scagiona i 4 clienti
TREVISO -  Impossibile riconoscere il gigolò per quello che realmente era, un ragazzino minorenne. Per questo 4 uomini finiti a processo a Treviso con l'accusa di...

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TREVISO -  Impossibile riconoscere il gigolò per quello che realmente era, un ragazzino minorenne. Per questo 4 uomini finiti a processo a Treviso con l'accusa di prostituzione minorile sono stati assolti ieri con formula piena. Lui aveva appena 16 anni quando decise di mettersi in vendita su un sito di incontri per adulti, spacciandosi per 23enne. Bello e prestante, sarebbe riuscito a convincere tanti di essere un maggiorenne.


A scoprire la sua seconda vita era stata la madre. Siamo nel 2012 e la donna da tempo vedeva il figlio più strano del solito. Nel telefono trova la verità: tra le chat e i messaggi su internet ci sono le tracce di una vera e propria carriera da prostituto per uomini. Ed è così che 5 persone, alla cui identità si era risaliti attraverso le conversazioni virtuali con il ragazzo dopo che la mamma aveva sporto denuncia, erano state indagate dalla Procura distrettuale di Venezia con l'accusa di prostituzione minorile. Uno era stato condannato in abbreviato a quattro mesi di reclusione con la sospensione della pena mentre gli altri quattro avevano scelto il dibattimento. 

Tutto il processo è ruotato intorno ad una circostanza: potevano gli imputati sapere di avere a che fare con un minorenne? Per le difese il comportamento del giovane, il suo aspetto, le sue stesse dichiarazioni e i suoi modi di fare avrebbero tratto in inganno i clienti, che ritenevano di aver contrattato rapporti a pagamento con un 23enne, cioè quello che lui stesso diceva di essere. Di parere opposto l'accusa e soprattutto la famiglia del ragazzo, che si era costituita parte civile. Secondo quanto emerso a dibattimento il giovane di buona famiglia avrebbe autonomamente deciso di pubblicare l'annuncio su bakeka incontri, sito rivolto a uomini e donne a caccia di appuntamenti piccanti e trasgressivi per guadagnare un po' di soldi ed essere indipendente. Il giro di clienti era fatto di professionisti, insegnanti e impiegati, tutti di età tra i 40 e i 50 anni, che incontrava a domicilio oppure in albergo. 
LA PERIZIA
A essere decisiva per la sentenza di assoluzione è stata probabilmente la perizia portata dagli avvocati dei quattro imputati. Al professor Giovanni Sartori, neuropsichiatra forense dell'Università di Padova, è stato chiesto di condurre un esperimento: a 70  persone, di diversa fascia d'età, sono state fatte visionare le fotografie che il 16enne aveva postato nel sito di incontri a corredo del suo annuncio ed è stato chiesto loro di dire se, da quelle immagini, si potesse fare una valutazione sulla sua età.


Il 100% del campione si è detto certo che le foto fossero quelle di un giovane maggiorenne e nessuno si è invece detto in grado di riconoscere che si trattasse di un minore. Per gli avvocati degli imputati questo test sarebbe stato la prova schiacciante del fatto che i loro assistiti non avevano mai sospettato di avere a che fare con un under 18 e che invece abbiano tutti pensato che l'inserzione fosse stata postata da un maggiorenne. Tesi che pare essere stata accolta dai giudici, che hanno assolto tutti e quattro malgrado il pubblico ministero avesse chiesto la condanna a oltre un anno di reclusione.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino