Pordenone. Baby gang vessava coetanei e un disabile: il capo era un 15enne

Pordenone. Baby gang vessava coetanei e un disabile: il capo era un 15enne
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PORDENONE - Il "capo" di una baby gang composta di giovanissimi residenti in provincia di Pordenone, è stato collocato in una comunità in esecuzione di misure cautelari eseguite dalla Squadra Mobile della Questura di Pordenone. Il ragazzino - poco più che 15enne - deve rispondere, a vario titolo, assieme a un 16enne, coindagato, di tentata rapina pluriaggravata, tentata estorsione in concorso, spaccio di sostanze stupefacenti, truffa e appropriazione indebita. Le indagini hanno consentito di contestualizzare l’esistenza di una banda composta da 4 adolescenti capeggiata dal 15enne. 


I due aggredivano e vessavano alcuni coetanei e un adulto disabile. Il provvedimento restrittivo è stato richiesto dalla Procura per i Minori di Trieste e disposto dal Gip. 

La baby- gang si era accanita contro una persona adulta disabile con invalidità al 60%, che era divenuta il loro “bersaglio”. Sono stati riscontrati almeno due gravi episodi commessi nelle vicinanze del Luna park cittadino, allorquando la vittima veniva dileggiata, oltre che spintonata e presa a calci e pugni, sebbene implorasse loro di smetterla, sino a giungere al tentativo di rapina in concorso commesso la sera del 17 maggio scorso con i quattro componenti della banda che picchiavano l’invalido, non riuscendo però a sottrargli il denaro.

Le positive risultanze investigative venivano quindi compendiate in informative di reato che determinavano il P.M. procedente a richiedere ed ottenere dal competente G.I.P. del Tribunale per i Minorenni di Trieste ordinanza di custodia cautelare con collocamento in comunità, in ordine ai reati ex artt.56,81,628 commi 1° e 3° n.1 C.P. ed art. 36 legge 104/92; artt 56, 110, 629 C.P.; art. 646 C.P.; art. 640 commi 1° e 2° n.2 C.P.; art. 81 C.P. ed artt 73 comma 5° ed 80 comma 1° D.P.R. 309/90, nei confronti del 15enne capo della baby gang. Già sottoposto a perquisizione personale e domiciliare il 16enne coindagato in stato di libertà.


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Il Gazzettino