OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
TREVISO «Treviso è come un ring: ci si dà appuntamento per regolare i conti e si attacca rissa. O si fa casino». Vengono da Conegliano, Spresiano, Montebelluna: da tutta la Marca e a volte anche da fuori provincia. Con l’intenzione di menar le mani. Sono i bulli del sabato pomeriggio. Quelli che ogni fine settimana spadroneggiano in centro. Sguardo di sfida, fissati con la moda, atteggiamento spavaldo persino di fronte alle tante pattuglie che sorvegliano soprattutto la zona del Duomo, il Calmaggiore e la stazione delle corriere. A completare il ritratto del baby gangster è Mike, 17 anni. Sono le 5 di sabato pomeriggio e lui è con gli amici in piazza dei Signori: «Sono degli esaltati. Imitano quello che sentono nella musica trap: la gang, la droga, i soldi. Quando vanno nella street chiamano anche i bro e fanno rissa». Parla e gesticola come un trapper tanto che scatta la risata degli amici. Due di loro fanno finta di prendersi a pugni mentre gli altri si stringono intorno, come in un ring: «Funziona così». L’occasione potrebbe presentarsi anche oggi. Loro sono in centro per fare un giro, come tutti i week end: «Noi non pestiamo ma di risse ne abbiamo viste e di gente menata pure: il ragazzo a cui hanno spaccato il naso sabato scorso è un mio compagno di classe» - dice Nikola. La curiosità per vedere se quella violenza latente scoppierà anche oggi c’è eccome. Il gruppetto si guarda intorno. Gli sguardi si posano sulla pattuglia della polizia parcheggiata dieci metri più in là, davanti al Bottegal. «Chi fa le risse vuole attirare l’attenzione, diventare famoso sui social o fare colpo sugli amici - dicono Sara e Miriam, 15 anni, mentre si uniscono al resto della combriccola -. Ma ultimamente ci sono più controlli». In corso del Popolo è tutto un vociare. I gruppi si guardano, a volte si provocano. I ragazzi in jeans, tuta, scarpe da ginnastica. Le ragazze in top, pantaloni attillati a vita altissima.
COME LE PARTITE
Tutti con lo smartphone sempre a portata di mano.
«FANNO I GANGSTER»
Sono le 6, l’ora in cui il fiume di ragazzi inizia a fluire verso la stazione della Mom. E’ questa la polveriera. Due pattuglie, una della guardia di finanza, l’altra dei carabinieri vigilano silenziose. Sotto i portici Sara, 17 anni, sta ridendo con tre amiche. Ma l’espressione si fa seria quando parla delle baby gang: «Fanno i gangster ma sono degli sciocchi. E intanto la città si fa una cattiva fama». Alle 19 gran parte dei giovanissimi è sulla via di casa. Non tutti. Ibrahim, Francesco, Dela, Elia e altri amici sono ancora seduti sulla scalinata del Duomo. Elia tiene stretto il suo borsello blu elettrico: «Due sabati fa dei ragazzi marocchini hanno tentato di rubarmelo, proprio qua dietro. Mi hanno strattonato ma io non ho ceduto. Mio fratello ci ha parlato e oggi quando li ho incontrati mi hanno chiesto scusa». Non sempre c’è il lieto fine nei sabati sopra le righe degli adolescenti trevigiani.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino