Montebelluna. Prof scippata da un ex studente, 16enne lo ferma. Il bullo, dagli scacchi ai furti, il preside dell'Einaudi Massimo Ballon: «Una sconfitta»

Il preside dell'Einaudi, Massimo Ballon
MONTEBELLUNA (TREVISO) - Da un lato un piccolo eroe, dall'altro l'autore dello scippo. Su di lui pendono decine e decine di denunce a piede libero proprio per...

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MONTEBELLUNA (TREVISO) - Da un lato un piccolo eroe, dall'altro l'autore dello scippo. Su di lui pendono decine e decine di denunce a piede libero proprio per questo reato. È infatti conosciuto da tanti ragazzi che bazzicano per piazza Oberkochen. Ad alcuni di loro, allievi dello Scarpa, la prof si è rivolta perché mediassero con il giovane per avere indietro il cellulare, punto di riferimento per una persona che, come lei, vive lontano da casa. Nulla da fare perché per lui, probabilmente, sarebbe una sconfitta nella sconfitta. Una situazione nel complesso pesante e pericolosa, insomma. Eppure, da papà, prima ancora che da dirigente scolastico, il preside dell'Einaudi Massimo Ballon parla di quel caso come di una persona cui si sente legato. Nonostante tutto. «Frequentava lo Scarpa -dice- e il suo abbandono nel 2018 è stato una delle sconfitte della scuola».

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SITUAZIONE GRAVE

Sì, perché dietro la dispersione scolastica si nascondono i germi di situazioni ben peggiori e più gravi. «Avrà una trentina di denunce a piede libero ed è stato anche in carcere. In una situazione, quando era nostro alunno, ha cercato di picchiare anche me, in un'occasione in cui non l’ho difeso di fronte a una sospensione. Ma va anche detto che è un ragazzo molto intelligente. È stato campione italiano di scacchi fra gli allievi; ha insegnato a giocare anche a mia figlia. Secondo me è successo qualcosa fra la seconda e la terza media. E da quel momento è completamente cambiato». Il 16enne eroe, intanto, è sempre più un esempio. «Stamattina - racconta il preside - ho approfittato dell'accaduto per fare il giro di alcune classi nelle quali ci sono episodi di bullismo per raccontare il caso. Poi sono entrato nella sua: era molto stupito dal clamore della vicenda e sostiene di non aver fatto chissà che». Chi invece continua a parlare del giovane come di un eroe è la prof alla quale ha fatto restituire il portafoglio. «Sono anche un avvocato - dice - e forse per questo mi colpisce particolarmente il fatto che sia lui che i suoi amici abbiano colto il senso e il valore della legalità. Vederli arrivare spontaneamente in caserma per testimoniare è stato davvero bello». E su quello che le è successo: «I miei dalla Calabria si sono chiesti cosa facessi in giro da sola - dice - Ma non era mezzanotte: erano le 18.30 e mi trovavo in un'area centrale della città».

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Il Gazzettino