PADOVA - In teoria Babbo Natale a Padova avrebbe dovuto arrivare con le sue renne da Rovaniemi, nella Lapponia finlandese. Proprio dove passa la linea del circolo polare artico...
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De Cassan, è la prima volta che s'infila il vestito rosso bordato di pelliccia e la barba bianca?
«Non proprio. In passato mi hanno ingaggiato per alcune feste private. In altre occasioni sono stato chiamato per consegnare dei regali durante delle riunioni di famiglia. Cose del genere. È la prima volta, però, che divento il Babbo Natale ufficiale di una manifestazione così importante».
Ma Federico Cassan cosa fa durante l'anno, dopo aver messo in armadio il costume rosso e la barba bianca?
«Io sono un attore, anche se in questo periodo mi sto occupando di un progetto di comunicazione rivolto ai medici. Detto questo, la mia passione è la commedia dell'arte. Ho lavorato molto con i testi di Goldoni. Il mio cavallo di battaglia, però, è Arlecchino, il personaggio che sento più mio».
Si sente pronto a incontrare migliaia di bambini più o meno intimoriti dal suo barbone bianco?
«Assolutamente sì».
Come sarà l' ingresso in città di Babbo Natale quest'anno?
«Decisamente in grande stile. Oggi, poco dopo le 14, salirò in tram alla Guizza accompagnato da una banda musicale al gran completo. E non sarà un tram ordinario. Mi dicono, infatti, che sarà completamente decorato con temi natalizi. Alle 14.45, poi, arriveremo in Prato della Valle, dove ad attenderci ci saranno sicuramente tanti bambini. Da lì, a piedi, assieme ai musicisti, raggiungerò piazza Eremitani dove mi insedierò nella mia Fabbrica».
Ad attenderla ci saranno giorni piuttosto intensi
«Lo so. I bambini che aspettano di incontrami sono già tantissimi. Io sono pronto a raccogliere le loro letterine, a farmi raccontare i loro desideri e, perché no, a mettermi in posa per i selfie che tanto piacciono ai loro genitori».
Programmi per il futuro?
«Per il momento preferisco concentrami sul gran lavoro che mi attende nei fine settimana che ci dividono dal Natale. Poi, naturalmente, mi aspettano degli appuntamenti inderogabili».
Ovvero?
«La Vigilia, naturalmente, devo riprendere la slitta con le renne e consegnare i regali ai bambini che se li sono meritati. Fatto questo, la mattina di Natale, mentre tutti scartano i regali e si preparano a passare un'intera giornata a tavola, io devo partire per tornare in Lapponia dove, finalmente, riuscirò un po' a riposare».
Alberto Rodighiero Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino