AZZANO - Vasil Meshinkov, l'operaio bulgaro morto il 31 luglio scorso precipitando dalla copertura della Idea Campionari Srl di Azzano, non era imbragato. Insieme agli altri...
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Il perito non ha rilevato alcun nesso di causa con l'infortunio nè per il proprietario del capannone, il pratese Valter Fresch, nè con il committente dei lavori, Angelo Diana, anche lui di Prata, entrambi difesi dall'avvocato Alessia Fugaro. Ha invece messo in evidenza la mancanza di sicurezza sul luogo di lavoro, l'assenza di verifiche sulla resistenza della copertura e la mancanza di un piano per eliminare il rischio di cadute dall'alto. Si tratta di condotte che la Procura dovrà valutare nei confronti dei legali rappresentanti delle ditte coinvolte. Si tratta di Arben Isufai, di Pavia di Udine, presidente del Cda della Benpower, ditta affidataria dei lavori (avvocato Maurizio Miculan); di Virgil Apostolesku Maragrit, di Martignacco (avvocato Stefano Buonocore), amministratore della Selibel e datore di lavoro della vittima); infine, Iliev Sergey Kirilov, amministratore delegato di Unika Corporation, la ditta esecutrice.
Quel giorno la vittima e altri due operai stavano riparando la copertura del capannone danneggiata dalla grandinata. Sul tetto sono saliti con una piattaforma di lavoro elevabile, alla quale erano assicurati con l'imbragatura. Da quanto emerso, una volta "sbarcati" sul tetto lavoravano senza alcun ancoraggio, spostandosi lungo le travi o saltando le lastre. Secondo il perito della Procura, sarebbero mancati accertamenti sulla copertura per rilevarne l'adeguata resistenza a sostenere il peso dei materiali (rotoli di guaina e attrezzatura) e degli operai; non sarebbero state adottate le necessarie precauzioni per garantire l'incolumità delle persone; le ditte esecutrici non avrebbero poi redatto Piano operativo di sicurezza con tutte le prescrizioni da adottare per evitare infortuni.
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Il Gazzettino