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PADOVA - Game over. È ufficialmente finita la storia di quattro aziende che operavano per conto di “O Bag”, il noto marchio padovano di borse, orologi, occhiali e altri accessori. Prima della pandemia davano lavoro complessivamente a 500 persone ma poi la crisi economica le ha portate alla procedura di concordato e poi al definitivo fallimento. Le quattro realtà interessate sono Full Spot Spa (l’azienda madre del gruppo), Street 71 Spa (quella che gestiva gran parte dei punti vendita), Out In Spa e Full Roma Srl. Tutte con sede legale in via Galvani a Campodarsego. Il marchio O Bag resta comunque attivo con la nuova società creata l’anno scorso “O Bag Srl” che porta avanti l’attività, dalla produzione alla rete dei negozi. Intanto però il fallimento delle quattro aziende ha portato con sé molte altre partite, alcune tutt’ora aperte: dalla ricollocazione dei dipendenti nelle altre realtà del gruppo ai pagamenti dei Tfr fino alle retribuzioni dei consulenti esterni.
La vicenda
La situazione economica si è aggravata per via della pandemia e del conseguente calo degli affari.
Il titolare
«La nuova società O Bag Srl è stata creata proprio per garantire la continuità di ogni attività aziendale. A Campodarsego abbiamo l’amministrazione, il marketing e la comunicazione mentre a Padova in corso Stati Uniti ci sono la produzione e la logistica - spiega Michele Zanella, amministratore delegato -. I dipendenti tra Italia ed estero sono 250, i negozi monomarca sono 200 a cui si aggiungono altri 300 punti vendita. A causa della situazione generale siamo stati costretti a non rinnovare diversi contratti a tempo determinato ma abbiamo preso l’impegno di ricollocare gran parte del personale nelle nostre società attive». Nelle ultime settimane però si sono sollevati anche pubblicamente sui social diversi malumori tra gli ex dipendenti per «i Tfr non pagati» e tra i consulenti esterni per «importanti somme che non elargite». Zanella risponde subito: «Per quanto riguarda i Tfr posso dire che saranno tutti onorati e per il resto dico solo che è una partita ancora aperta su ogni fronte. Chi parla male sta leggendo un libro che non è ancora terminato».
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